RICOSTRUITI I VIAGGI ALL’ESTERO DEL BOSS MATTEO MESSINA DENARO

Le indagini della polizia di Stato finalizzate alla ricerca del boss Matteo Messina Denaro, latitante dal 2 giugno 1993, hanno evidenziato che il capomafia ha effettuato diversi viaggi all’estero, con falsi documenti. I particolari emergono dall’operazione Golem che stamani ha portato all’esecuzione di 13 ordini di custodia. Il latitante ha allargato i propri affari in molti Paesi. Gli investigatori hanno accertato che il boss si è recato in Austria, Svizzera, Grecia, Spagna e Tunisia. Cosa nostra trapanese avrebbe allargato i propri interessi anche in Venezuela, dove in passato sono stati arrestati due latitanti legati a Messina Denaro, si tratta di Vincenzo Spezia e Francesco Termine.
E proprio in Venezuela gli investigatori fanno emergere che vi risiede un gruppo di trapanesi che hanno storici rapporti con il latitante. I documenti falsi al boss, secondo l’accusa, sarebbero stati forniti da un pregiudicato di Roma, Domenico Nardo, di 50 anni, titolare della “World Protection srl”, che si occupa di bodygard nel mondo dello spettacolo. Nardo stamani è stato raggiunto da uno dei provvedimenti cautelari. L’uomo, per l’accusa, già in passato ha fornito documenti a un sicario trapanese, Raffaele Urso. Inoltre, nel 2008 avrebbe preso parte ad un summit mafioso con il boss Leonardo Bonafede, anche lui arrestato oggi, nel corso del quale hanno parlato di alcuni favori da realizzare nell’interesse di Matteo Messina Denaro.

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