Terrasini-Cinisi, a 47 anni dall’omicidio di Peppino Impastato il suo messaggio continua a mobilitare le coscienze

Migliaia di persone hanno preso parte alla ormai storica marcia antimafia che ogni 9 maggio, dal 1978, si rinnova per ricordare l’anniversario dell’omicidio dell’attivista assassinato dalla mafia Peppino Impastato. 

Sindacati, cittadini, sindaci, esponenti politici ed istituzionali, militanti, associazioni, sono partiti da Radio Aut a Terrasini e hanno raggiunto Casa Memoria a Cinisi.

“Un cammino – dice il sindaco di Cinisi Vera Abbate – che è diventato simbolo di resistenza, giustizia e speranza. La memoria, per noi, non è un rito ma un impegno quotidiano. È scegliere ogni giorno da che parte stare. È costruire una comunità che respinge ogni forma di sopraffazione e coltiva la libertà, la partecipazione e la legalità”.

“47 anni fa la mafia, assassinando Peppino Impastato, pensò di poter uccidere anche il suo pensiero e le sue idee. Non potevano immaginare, così facendo, di renderle invece immortali”. Queste le parole di Luigi Giove, segretario organizzativo della Cgil, nel corso del corteo. “L’idea del rendere pienamente libere le persone – ha aggiunto Giove – è oggi più che mai attuale. Libere dal ricatto e dalla sopraffazione, libere di poter esprimere la propria personalità e il proprio pensiero, libere di poter dissentire e protestare, libere dalla povertà e dalle necessità primarie, libere nella vita, nel lavoro e nella società. Questo pensiero oggi cammina con le nostre gambe, parla con le nostre bocche, vive nelle nostre lotte”.

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