Cinisi, condannato Gaetano Badalamenti, il figlio di don Tano denunciato dall’ex sindaco Giangiacomo Palazzolo

Condannato ad un anno e sei mesi di carcere con sospensione condizionale della pena il figlio dello storico boss di Cinisi don Tano Badalamenti, Leonardo.

La sentenza è stata emessa ieri, 10 marzo, dalla prima sezione del tribunale di Trapani presieduta da Chiara Badalucco.

 Leonardo Badalamenti era imputato per esercizio arbitrario delle proprie ragioni, invasioni di edificio e calunnia dopo essere stato denunciato dall’ex sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo.

 La vicenda, infatti, ruota attorno al vecchio casolare oggi intitolato a Felicia Impastato, la mamma di Peppino, il militante di Democrazia proletaria ucciso il 9 maggio del 1978 su ordine di Tano Badalamenti. 

La confisca di questo casolare è frutto di un errore, dell’indicazione del numero sbagliato della particella da parte dei giudici che avevano disposto il provvedimento. Il casolare spettava agli eredi del mafioso, poiché donatogli dalla sorella  negli anni ‘70 ma, scrissero i supremi giudici, “è pacifico che fin dal 2010 il Comune di Cinisi avesse il possesso dell’immobile nel quale ha condotto attività di interesse sociale senza che gli eredi di Gaetano Badalamenti facessero valere i loro diritti fino all’istanza del 2018″. 

Solo nel 2020, infatti,  Leonardo Badalamenti reclamo’ la proprietà e non avendo avuto risposte dal Comune dopo formale richiesta, si recò sul posto rompendo il catenaccio e sostituendo le serrature per riappropriarsi del casolare di contrada Uliveto che sorge tra le cosiddette “Case Napoli”. 

Sul posto intervennero i carabinieri della locale stazione con l’ex Sindaco Giangiacomo Palazzolo che fecero uscire Leonardo Badalamenti dalla proprietà e, dopo uno scontro verbale in cui sarebbero volate parole grosse, venne denunciato. 

Dettaglio che suscitò l’indignazione dell’allora primo cittadino di Cinisi Giangiacomo Palazzolo che definì “grave e inaccettabile il comportamento di Leonardo Badalamenti”.

Da qui la denuncia dell’ex sindaco Giangiacomo Palazzolo che venne a sua volta denunciato dallo stesso Badalamenti per non avere eseguito l’ordinanza della Corte d’Assise che aveva fatto emergere l’errore.

Dopo la confisca e l’assegnazione al comune di Cinisi avvenuta nel 2010 del bene conteso, il casolare è stato sottoposto ad  interventi di ristrutturazione grazie ad un finanziamento europeo di 370 mila euro ottenuto  attraverso il Gal del Golfo di Castellammare.

La Cassazione lo scorso anno ha stabilito che l’immobile di contrada Uliveto resta al Comune di Cinisi che però deve pagare 70 mila euro ai figli del mafioso. 

Badalamenti, secondo l’imputazione, sarebbe stato a conoscenza che l’immobile da molti anni era stato trasferito al patrimonio del comune di Cinisi e che l’amministrazione avesse eseguito importanti lavori di ristrutturazione, destinando il bene ad uso pubblico.

Leonardo Badalamenti ora condannato dovrà risarcire il Comune di Cinisi e l’ex sindaco Giangiacomo Palazzolo, parte civile al processo con l’assistenza dell’avvocato Paolo Grillo. L’ammontare del risarcimento è stato rinviato al giudice civile.

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