Borgetto, dal 15 al 19 marzo al via i festeggiamenti di San Giuseppe: 18 le mense allestite


“ A purmisioni” o “ Pi grazia ricivuta” sono i motivi fondamentali che spingono alcune famiglie di Borgetto a rinnovare l’antica e popolare tradizione delle mense di San Giuseppe. 

18 in totale, le mense allestite quest’anno in paese, di cui una curata dalla confraternita religiosa dedicata al patriarca.

Scopo principale delle mense di San Giuseppe è quello caritatevole verso le famiglie povere del paese. 

La tradizione vuole che s’invitino alla mensa tre bambini poveri, che rappresentano Gesù, Giuseppe e Maria nella rievocazione della fuga dall’ Egitto, e ai quali viene servito il pranzo, tra canti e filastrocche dialettali. Il ringraziamento al Santo Giuseppe, per grazia ricevuta, è fatto sotto forma di provviste alimentari e tutto quanto può essere utile ai tre bambini poveri che rappresentano la Sacra Famiglia. 

I preparativi, che iniziano mesi prima della festa, impegnano soprattutto le donne della famiglia, che aiutate dai loro comparenti, destinano una stanza della loro casa affinché vi si possa impostare l’altare con la mensa.

Un posto, ma anche un significato importante nell’allestimento della mensa lo occupa il pane. E’ preparato in diverse forme: “la palma” per ricordare la verginità della Madonna – “il buccellato” – dolce tipico della gastronomia locale, che si prepara nel periodo natalizio – che rappresenta la dolcezza di Gesù bambino; – ”la coffa” (il canestro) che rappresenta la laboriosita’ di San Giuseppe.

Il cibo da offrire ai tre bambini poveri viene disposto in due lunghi tavoli a due piani, addobbati ai lati dell’altare. Sono esposte le più svariate pietanze, tre piatti per ognuna di esse: dai dolci ai pomodori fritti, dai prodotti dell’orto, ai generi alimentari di ogni tipo per finire con degli abiti nuovi e del denaro destinato ad ogni bambino. 

Apparecchiata al centro della stanza, con la tovaglia più bella, è la tavola per i tre bambini, dove risaltano tre mezze arance tagliate a stella e tre pani di formato ridotto rispetto alle grandi forme poste sull’altare, il vino e l’acqua. In ogni posto risiedono gli asciugamani ricamati con le frange che verranno utilizzate dai padroni di casa che imboccheranno i bambini per la pasciuta”.

Per i Burgitani, le celebrazioni per San Giuseppe sono molto sentite e per l’occasione tornano tanti concittadini residenti negli Stati Uniti. San Giuseppe e’ il santo dei poveri, ed è per questo motivo che esiste l’usanza di preparare il pranzo sacro offerto ai bisognosi e agli orfani. 

Particolarmente toccante la rievocazione della fuga in Egitto di Gesù, Giuseppe e Maria attraverso la recita delle parti che viene rinnovata davanti ogni mensa nel giorno di San Giuseppe. Un rituale che precede la pasciuta e il contestuale pranzo comunitario che ogni padrona di casa offre ai convenuti.

Chi organizza le mense le prepara o di tasca propria o con soldi ricavati dalla questua tra parenti, vicini, conoscenti e non, che possono contribuire anche con cibi di ogni genere anziché con il denaro. 

“ A Pasciuta” – I primi tre bocconi di ogni pasto sono assaggiati proprio dai bambini. dopo di che è possibile che i presenti mangino anche loro, purché si facciano imboccare e non si servano con le mani. Il primo piatto servito è quello con la pasta con le sarde e la mollica, seguono le polpette di sarde o d’uova, quindi le fritture e i dolci e per concludere la frutta fresca e secca. Prima di gustare i vari piatti, si deve gridare “ a vuci forti”:   “ Viva Gesu’, Giuseppe e Maria”, Viva”  .

Alla fine del pasto i bimbi con le loro famiglie prescelte possono portarsi a casa tutte le provviste. 

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