Castelvetrano, la prima volta di un Ministro dall’arresto del boss Messina Denaro

La prima volta di un rappresentante del governo di Roma a Castelvetrano dal giorno della cattura di Matteo Messina Denaro. Il sindaco della città, l’esponente del M5S Enzo Alfano, ne sottolinea l’importanza alla vigilia della manifestazione Memoria Nostra, in programma domani (25 aprile 2023) alla presenza del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dell’assessore regionale alle Attività Produttive, Edy Tamajo, e del presidente della Commissione Antimafia dell’Assemblea Regionale Siciliana, Antonello Cracolici, oltre che delle massime autorità civili, militari e istituzionali della provincia di Trapani.

Alle 11 il Sistema delle Piazze di Castelvetrano sarà teatro della cerimonia del disvelamento della teca contenente i resti dell’auto Quarto Savona 15, la Croma blindata del caposcorta di Giovanni Falcone, coinvolta nell’attentato di Capaci. «La presenza del ministro Piantedosi – commenta il sindaco Alfano – è per noi segno di grande attenzione del governo per un territorio chiamato ad assumere, come ho ricordato nei giorni scorsi, piena consapevolezza della ferocia della mafia, anche attraverso la presenza di un simbolo così forte come l’auto della strage di Capaci. Un obiettivo da raggiungere con la massima coesione, perché nella lotta alla mafia le divisioni politiche sono dannose».

Sarà un giorno solenne per la città. «Dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro – prosegue Alfano – la comunità qui ha iniziato un nuovo corso e quello di domani sarà il momento in cui la società civile dovrà assumere un impegno chiaro di contrapposizione alla mafia e al fianco delle forze dell’ordine e della magistratura che hanno ottenuto lo straordinario risultato della cattura del boss. In questo a Castelvetrano non saremo soli. La vicinanza di tutti i sindaci e delle autorità civili e militari – della provincia di Trapani e non solo – conferma quanta voglia c’è di liberare l’intero territorio da un male che ci ha afflitto per decenni. Un territorio contaminato, chiamato a compiere passi significativi in direzione del risanamento. La presenza per tre giorni della teca con i resti dell’auto in cui sono morti tre poliziotti serve proprio a far capire che non c’è più spazio per chi è accondiscendente verso il potere mafioso. Cosa Nostra è un mostro che semina morte, violenza e terrore».

È ciò che il sindaco ha pensato sin dal giorno in cui l’imprenditrice Elena Ferraro, che dieci anni fa ebbe il coraggio e la forza di denunciare il tentativo di estorsione del cugino del capomafia, Mario Messina Denaro, lo ha coinvolto nel progetto, condiviso anche con il regista e docente Giacomo Bonagiuso. Memoria Nostra prende le mosse dalla voglia di dire grazie alle forze dell’ordine ed alla magistratura per la cattura del latitante. La giornata di domani è solo il primo passo di un percorso che si concluderà nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci, il 23 maggio.

Dopo il saluto del sindaco, domani, i presenti ascolteranno innanzitutto la testimonianza di Tina Montinaro, la moglie del caposcorta di Giovanni Falcone, ideale rappresentante delle famiglie delle vittime della strage: il giudice Falcone, la moglie, il magistrato Francesca Morvillo, e gli agenti della scorta che su quell’auto viaggiavano, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Poi interverranno Cracolici, Tamajo e il ministro Piantedosi, stimolati dal moderatore del dibattito, il giornalista del Corriere della Sera Felice Cavallaro. 

La cerimonia di svelamento della teca arriverà poco dopo la deposizione della corona d’alloro in ricordo della Liberazione dal nazifascismo, in programma alle 9,30 nello stesso luogo. «Il 25 Aprile – chiarisce l’ideatrice e organizzatrice di Memoria Nostra, Elena Ferraro – è festa nazionale della Repubblica Italiana che commemora la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. È un giorno simbolico di Resistenza ai regimi totalitari del Novecento. Proprio perché il vissuto di ogni popolo è intriso di simboli, abbiamo pensato di accogliere la teca, che simbolicamente contiene i resti della “distruzione”, nello stesso giorno della festa della Liberazione, perché con la cattura di Messina Denaro speriamo di essere stati liberati anche dal regime mafioso. Provare un sentimento di liberazione dal giogo mafioso non svilisce né depaupera il valore del sentimento di liberazione dai totalitarismi dello scorso millennio. Noi saremo in piazza per onorare la festa nazionale della Liberazione e torneremo in piazza per onorare i caduti delle stragi di mafia».

Nei due giorni successivi, il 26 e il 27 aprile, la teca resterà esposta in piazza e le istituzioni, i Comuni, l’Ufficio scolastico e la Prefettura autorizzeranno un «pellegrinaggio civile» delle scuole di ogni ordine e grado delle province di Trapani ed Agrigento. Gli studenti, coordinati dal professor Giacomo Bonagiuso, recheranno in omaggio ai piedi della teca un prodotto, un manufatto, un pensiero o un’opera frutto della loro creatività, che costituiranno poi elemento essenziale del terzo step del progetto. Il 23 maggio, infatti, nel giorno del 31.o anniversario della strage di Capaci, le opere degli studenti verranno esposte in occasione dell’inaugurazione della villa comunale intitolata a Falcone e Borsellino, uno spazio che viene restituito alla comunità castelvetranese dopo anni di abbandono. Tutti gli omaggi, che i giovani studenti avranno consegnato davanti al «sacrario» della teca con l’auto, verranno raccolti in un piccolo museo all’interno della villa stessa.

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