Giardinello, il Prefetto ha sospeso Antonio De Luca dalle sue funzioni di sindaco

Il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta ha sospeso il sindaco di Giardinello Antonino De Luca, alla luce del provvedimento del gip di Palermo Cristina Lo Bue che gli ha imposto il divieto di dimora nel comune di residenza per l’allarmante modalità di gestione della cosa pubblica, improntata a logiche clientelari e lontane dal perseguimento degli interessi della collettività”

De Luca è coinvolto in un’indagine di corruzione insieme all’ex maresciallo della guardia di Finanza Giuseppe Ciuro e all’impiegato del comune di Montelepre Andrea Caruso, tutti destinatari della stessa misura cautelare. 

Secondo gli inquirenti, l’ex finanziere in servizio alla Dia Giuseppe Ciuro, già condannato a 4 anni e 8 mesi per favoreggiamento alla mafia nel processo sulle talpe al palazzo di giustizia e al pagamento di 200 mila euro per le spese processuali e il mantenimento in carcere, chiese ed ottenne dal tribunale di sorveglianza di non pagare la somma sostenendo di non avere le disponibilità finanziarie. Per non saldare il suo debito con lo Stato Ciuro avrebbe dichiarato di essere indigente e a tal fine avrebbe chiesto la residenza nel Comune di Giardinello utilizzando un’abitazione del padre del sindaco Antonio De Luca per dimostrare di non avere un immobile di proprietà e per costituire un nuovo nucleo familiare a reddito zero. Nei mesi precedenti l’emissione dell’ordinanza di remissione del debito, però, il Tribunale di Sorveglianza chiede di verificare se i motivi che spingevano alla richiesta da parte di Ciuro fossero fondati. Tra questi, appunto, il fatto di vivere da solo a Giardinello e di non avere alcun reddito. Da qui gli accertamenti dei carabinieri i quali scoprirono che l’abitazione indicata da Ciuro come sua residenza era in realtà vuota, priva di fornitura di energia elettrica e in pessime condizioni.

Il 15 gennaio del 2020 l’ex maresciallo della finanza, come si legge nell’ordinanza del gip di Palermo Cristina Lo Bue, pur se non convocato, si presentò ai carabinieri della stazione di Montelepre raccontando che si stava separando dalla moglie e che saltuariamente occupava l’immobile di Giardinello che era, però, fatiscente.

Ciuro disse di vivere a Palermo presso l’abitazione della nuova compagna, fornendo per eventuali comunicazioni l’indirizzo dello studio dell’avvocato ed ex pm Antonio Ingroia a Roma dove svolgeva l’attività di collaboratore. Ingroia e Ciuro si conoscono da anni: l’ex maresciallo lavorava in Procura con l’ex magistrato.

Ai militari, inoltre, Ciuro disse ancora di aver scelto Giardinello come comune di residenza perché lì aveva amici e conoscenti. Il fato volle che la sera dopo, ad un carabiniere in servizio alla compagnia di Partinico non sarebbe passata inosservata la presenza di particolari commensali seduti allo stesso tavolo di un ristorante. Nel locale, infatti, sarebbero stati notati cenare insieme il sindaco di Giardinello Antonio De Luca, l’ex finanziere Giuseppe Ciuro, l’avvocato Antonio Ingroia e un quarto soggetto non meglio identificato. Da qui l’informativa alla Procura che ha fatto scattare l’inchiesta giudiziaria nei confronti degli indagati. 

Dalle indagini, secondo l’accusa, il cambio di residenza sarebbe avvenuto in modo non corretto e sarebbe stato sollecitato al telefono dallo stesso sindaco De Luca ad un agente della polizia municipale in servizio al comune di Giardinello, C. L.P. di 51 anni, anch’egli indagato ma non colpito da misure cautelari nella stessa inchiesta. E a confermarlo agli investigatori sarebbe stato lo stesso casco bianco che interrogato ha affermato di “essere stato indotto dal sindaco Antonio De Luca, che ritiene un amico, ad eseguire il “falso accertamento”. L’agente avrebbe infatti intuito che qualcosa non quadrasse, ma sarebbe stato esortato da De Luca a procedere rassicurandolo “di stare tranquillo e di non preoccuparsi”.

Ciuro, attraverso il proprio legale Antonio Ingroia, nega di avere tentato una truffa ai danni dello Stato. Al Giornale di Sicilia Ingroia ha dichiarato “che nel periodo in cui il proprio assistito aveva presentato l’istanza di cambio di residenza non era titolare di alcun reddito, solo dopo ha fatto collaborazioni saltuarie con alcuni studi legali compreso il mio. Quello era un momento di passaggio in cui si stava separando dalla moglie, e questo lo spiegherà ai magistrati”. Ingroia definisce sproporzionata la misura del divieto di dimora in provincia di Palermo a cui è stato sottoposto Ciuro. In merito alla cena a cui Ingroia ha partecipato insieme al sindaco di Giardinello, a Ciuro e ad una quarta persona non meglio identificata, l’ex pm ipotizza che sia avvenuta per la sua attività professionale, essendo stata in in un periodo in cui come avvocato aveva clienti nella zona di Partinico.

Ma c’è un altro episodio che viene contestato al sindaco di Giardinello Antonio De Luca, quello di aver stretto un accordo con un dipendente del Comune di Montelepre, al fine di ottenere un appoggio politico, tramite la cugina di questi, già consigliere comunale di Giardinello, per appianare la crisi politica sorta con la propria maggioranza. De Luca, secondo l’accusa, avrebbe promesso ad Andrea Caruso la stipula di una convenzione di 18 mesi, che di fatto gli avrebbe consentito nel tempo la possibilità di far progredire la sua attuale posizione contrattuale nell’ente locale della vicina Montelepre.

Nonostante il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta, abbia intanto sospeso Antonio De Luca dalle sue funzioni di sindaco di Giardinello, al giornale di Sicilia l’indagato nega ogni addebito; si dice sereno, certo di poter chiarire ogni cosa e di non avere alcuna intenzione di dimettersi. Aggiunge che già alla notifica dei primi atti avrebbe potuto chiarire la propria posizione agli inquirenti, avendo chiesto attraverso il proprio legale di essere ascoltato, ma la richiesta non avrebbe avuto seguito.

“Non ho mai corrotto nessuno – ha detto – ne ho abusato del mio potere per cui sicuro della mia innocenza affronterò tutto a testa alta”.

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