Omicidio Paolo La Rosa, il suo assassino condannato solo a 16 anni di carcere

È arrivata la sentenza per Pietro Alberto Mulè, 21 anni di Camporeale, unico imputato per l’assassinio di Paolo La Rosa, il 21enne di Cinisi sgozzato a Terrasini nel febbraio del 2020 davanti ad un locale della movida. Il pubblico ministero Daniele Sansone aveva richiesto l’ergastolo per il reo confesso che, invece è stato condannato a soli 16 anni di carcere. Mule’ venne incastrato dalle indagini dei carabinieri, dalle testimonianza e dalle immagini di videosorveglianza del locale le cui spycam ripresero Mule’ mentre sferrava dei fendenti a La Rosa, non lasciandogli alcuno scampo.

Secondo i testimoni che hanno assistito al delitto, Pietro Alberto Mulè, dopo avere litigato all’interno del locale con un buttafuori, quando stava per andare via, a notte fonda, inizio’ a litigare con La Rosa col quale c’erano pessimi rapporti. Contrasti sorti perché alla vittima non piaceva che sua sorella fosse fidanzata con Filippo Mulè, cugino di Pietro Alberto, con cui la frequentazione era molto stretta. Dai successivi riscontri per gli inquirenti non ci furono più dubbi sul fatto che l’omicidio fosse avvenuto per mano di Pietro Alberto Mulè a cui, nel procedimento giudiziario sono state concesse tutte le attenuanti generiche.

Si attendono adesso le motivazioni della sentenza che lascia l’amaro in bocca ai familiari della vittima.

“Tutto ciò che chiedevamo era giustizia e quindi l’ergastolo per l’assassino – scrive sui social Maria Grazia Lo Cricchio, zia di Paolo La Rosa – chiedevamo la pena massima prevista per chi pone volontariamente fine alla vita altrui, per chi uccide a sangue freddo ed infierisce senza motivo, in modo subdolo, senza nemmeno darti il modo per difenderti. Solo 16 anni – conclude – non è ciò che ci aspettavamo. Davvero 16 anni vale una vita”?

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