Palermo, 29° anniversario della strage di Via d’Amelio

Ricorre oggi il 29mo anniversario della strage di Via D’Amelio nella quale perse la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Una serie di appuntamenti si susseguono da questa mattina  a Palermo per ricordare il sacrificio del magistrato ucciso dalla mafia 57 giorni dopo la strage di Capaci. Iniziative dedicate alla scuola, alla memoria della scorta con le testimonianze dei sopravvissuti. Un fascio di luce tricolore  avvolgerà ed abbraccerà l’albero di ulivo di via D’Amelio.  Il nuovo impianto di illuminazione artistica, proposto dal fratello del magistrato ucciso dalla mafia il 19 luglio del 1992, Salvatore Borsellino, e voluto dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, si accenderà stasera alle 21.  Alle 16.58, ora della strage, in programma il tradizionale minuto di silenzio a cui seguiranno altri interventi dei familiari delle vittime della strage di Via D’Amelio. Poi, alle 17.45 un incontro sul tema “Sistemi criminali e depistaggi”, con i magistrati Sebastiano Ardita, Roberto Scarpinato, Giovanni Spinosa e l’avvocato Fabio Repici. Modera il giornalista Paolo Borrometi. Alle 18 il sindaco Orlando, nella caserma Lungaro, conferirà alla polizia di Stato la cittadinanza onoraria della Città di Palermo che sarà consegnata al prefetto Lamberto Giannini, capo della polizia – direttore generale della pubblica sicurezza. Un riconoscimento a tutte le donne e a tutti gli uomini della polizia di Stato che è simbolo di unione tra la città di Palermo e coloro che con professionalità difendono ed hanno difeso i valori della giustizia, della legalità e della libertà, anche con il sacrificio della vita. La cerimonia si svolgerà all’aula Domenico Corona all’interno della caserma Lungaro. Alla cerimonia sarà presente il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia. Due dei tre figli del magistrato, Lucia e Fiammetta Borsellino, non saranno in alcuno degli appuntamenti. Lucia resterà a Roma, dove vive. Fiammetta, che ha sempre alzato la sua voce contro le grandi bugie della vicenda giudiziaria definita dalla Cassazione come la più colossale operazione di depistaggio, ha già lasciato Palermo. Negli scorsi giorni ha spiegato: “Lascio che in questa occasione siano gli altri, la gente e chiunque ne avverta il bisogno, a ricordare e a riflettere. Io lo faccio sempre incontrando i giovani e andando nelle scuole”.

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