San Cipirello, confermata in appello incandidabilità di Geluso e Clesi

Confermate in appello le incandidabilità per l’ex sindaco Vincenzo Geluso e l’ex assessore Giuseppe Clesi. Accolto invece il reclamo di Floriana Russo, assistita dall’avvocato Antonino Tramuta. A deciderlo nei giorni scorsi è stata la prima sezione della Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Daniela Pellingra. A presentare reclamo erano stati i tre ex amministratori sancipirellesi, che contestavano la sentenza di incandidabilità emessa ad ottobre dello scorso anno dalla prima sezione civile.
Il provvedimento era stato chiesto dal Ministero dell’Interno dopo lo scioglimento, nel giugno del 2019, per infiltrazioni mafiose del Consiglio comunale di San Cipirello.
Le numerose contestazioni a carico di Geluso sono state dunque confermate ed argomentate una per una anche in Appello: dalle ordinanze per la raccolta rifiuti, “prive di motivazione”, alle frequentazioni sospette. Ed a proposito dei lavori abusivi al cimitero, i giudici fanno notare che, “in qualità di sindaco, avrebbe dovuto vigilare sulla corretta gestione”. Geluso, nel suo reclamo, aveva invece dato la colpa alla “omessa vigilanza del custode”. “L’opacità dell’azione amministrativa del Geluso” è stata per i magistrati “causa efficiente dello scioglimento”. Dunque il suo reclamo non può essere accolto. L’ex sindaco, che annuncia ricorso in Cassazione, era assistito dagli avvocati Salvino Caputo, Giovanni Puntarello e Sabrina Causa. I giudici hanno respinto anche il reclamo presentato dall’ex assessore Giuseppe Clesi, assistito dall’avvocato Rocco Lentini. “Il rinvenimento di un trattore pacificamente riferibile al Clesi all’interno dell’area cimiteriale – scrivono i giudici -, vale altresì ritenere il coinvolgimento del medesimo nei gravi fatti”. Geluso e Clesi non potranno candidarsi per i prossimi due turni elettorali. Diversa invece è per il tribunale la posizione di Floriana Russo, assessore con delega al cimitero dal 21 giugno del 2018. I giudici hanno accolto la tesi che puntava sulla sua “estraneità ai fatti” e “sull’assenza di collegamenti con ambienti malavitosi”. “La professoressa Russo – fa notare l’avvocato Tramuta – è stata nominata assessore al cimitero quando i fatti contestati erano già accaduti”. 

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