Terrasini, Luigia e Rossella genitori del piccolo Samuele: non per lo Stato

Non hanno mai amato i riflettori. Due anni fa, si sono unite civilmente nel comune di Terrasini e lo hanno fatto in assoluta riservatezza. Ma essere diventate madri del piccolo Samuele le ha portate  a scontrarsi con il muro di gomma di una norma che non riconosce la genitorialità ad entrambe, da qui la decisione di  avviare una vera e propria battaglia legale al fine riuscire ad ottenere un diritto indispensabile per tutelare il futuro del proprio bambino. E’ la storia di Rossella e Luigia, due donne di Terrasini che per continuare a coronare il loro sogno d’amore e di costruirsi una famiglia, sono ricorse all’inseminazione artificiale. A dare alla luce il piccolo Samuele è stata Luigia che, insieme a Rossella avrebbe voluto registrare al comune il nome del neonato con il cognome di entrambe. Richiesta che purtroppo gli uffici non hanno potuto accogliere accogliere perché nella legge Cirinnà  sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso,  volta quindi a disciplinare i diritti e i doveri tra le parti che costituiscono l’unione, non è presente una norma sulla filiazione. Nonostante l’unione civile sia definita come “specifica formazione sociale”, il rapporto si esaurisce tra le parti e non contempla la presenza di figli. Quindi non riconosce alla nascita di un  minore lo stato giuridico di figlio corrispondente al rapporto di fatto creatosi all’interno di un nucleo familiare omogenitoriale fondato sugli affetti pur in mancanza di un legame genetico.  L’unico modo per riconoscere a Samuele anche il diritto della genitorialità di Rossella è quello di ricorrere all’istituto dell’adozione. Una lunga,  farraginosa e costosa procedura che affida in definitiva all’attività interpretativa dei giudici  la soluzione dei casi di richiesta di adozione del figlio della partner nella coppia omosessuale.  Per Rossella e Luigia ciò è ingiusto, poiché impedisce  nell’immediato il riconoscimento di molti diritti innanzitutto al loro bambino, oltre che a loro stesse.  A sposare la loro causa anche il sindaco di Terrasini, Giosuè Maniaci, che ieri mattina ha accolto nuovamente a Palazzo La Grua le due mamme e il piccolo Samuele, per manifestargli la propria vicinanza e farsi portavoce della problematica attraverso i propri canali politici nazionali di riferimento  “affinchè gli organi competenti  rimettano  mani sulla legge Cirinnà in cui includere questi aspetti normativi. E’ corretto – conclude il sindaco Maniaci- che vengano riconosciuti uguali diritti per tutti,   assicurando dignità e tutela alle unioni omosessuali e alle convivenze di fatto anche in materia di genitorialità”.

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