San Giuseppe Jato, il sindaco Agostaro deciso a dimettersi e a non fare ricorsi

«Sono intenzionato ad andarmene e ho già avvisato il presidente della Regione». Non cambia idea Rosario Agostaro, sindaco del Comune in cui due giorni fa si è insediata la commissione ispettiva inviata dalla Prefett ura. «Resterò il tempo utile per fornire alcuni atti che mi sono stati chiesti, relativi ai miei tre anni di amministrazione, e poi andrò via». Nelle sua stanza ci sono le copie dei provvedimenti più importanti suddivisi per fascicoli. «Li ho già messi a disposizione», fa sapere il sindaco. La commissione, oltre agli atti amministrativi, ha chiesto e ottenuto una stanza chiusa a chiave. Nell’ex ufficio che ospitava il settore «Turismo e Spettacolo» ci sono adesso a lavoro gli ispettori: il viceprefetto aggiunto Fulvio Alagna, il vicequestore Carlo Nicotri e il capitano dei carabinieri Marco Busetto. Commissari scelti da Forlani per fare luce sull’azione amministrativa jatina. Ad affiancarli c’è il capitano della Guardia di Finanza Andrea Mascia. «Mi dimetto – aggiunge Agostaro – anche perché così è impossibile lavorare. Si rischia la paralisi e non intendo certo farmi massacrare dai miei concittadini a cui non posso risolvere le problematiche che competono ad un sindaco». Sembra che siano state cambiate anche le serrature di alcuni uffici e molti fascicoli siano stati acquisiti e chiusi a chiave. «Ho capito che è il momento di uscire in silenzio – dice Agostaro –. E qualunque sarà l’esito dell’a cce s – so ispettivo, lo accetterò e non farò r i co r s i » . La commissione ispettiva avrà a disposizione tre mesi, prorogabili di altri tre, per accertare se ci sono state forme di condizionamento mafioso. Per questo stanno acquisendo ordinanze, gare d’appalto, affidamenti, incarichi, concessioni edilizie e tributi. Scene già viste due anni fa nel vicino municipio di San Cipirello. Dove oggi, dopo lo scioglimento per infiltrazioni malavitose, è presente una Commissione straordinaria. Dall’accesso ispettivo nel comune sancipirellese emerse – a detta della Prefettura – l’influenza da parte della criminalità organizzata soprattutto nella gestione dei rifiuti. Un settore che vede le due municipalità fare parte della stessa Aro «Jato ambiente». San Giuseppe Jato e San Cipirello condividono inoltre la Centrale unica di committenza che si occupa degli appalti. Ma potrebbero essere altri i settori a r i s c h i o. L’indagine antimafia, disposta dal prefetto Giuseppe Forlani, ha avuto l’effetto di un terremoto in paese. Dove però, a parte il sindaco, non c’è nessuna reazione politica. Sui social sono pochi i commenti e perlopiù si limitano ad incoraggiare il primo cittadino. Ma c’è anche chi non rinuncia al sarcasmo. In generale però c’è prudenza. San Giuseppe Jato ha una storia pesante alle spalle. Non fosse altro che per avere dato i natali ad alcuni dei più spietati boss di mafia degli anni ‘80 e ‘90.

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