Mafia, tra i mandanti delle stragi del ’92: ergastolo per Matteo Messina Denaro

La Corte d’assise di Caltanissetta presieduta da Roberta Serio, come chiedeva il procuratore aggiunto Gabriele Paci, ha condannato all’ergastolo la primula rossa di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, poiché figura tra i mandanti delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Stando alla ricostruzione giudiziaria, il primo summit   per decidere la stagione delle stragi si sarebbe tenuto proprio nel suo regno, a Castelvetrano, alla fine del 1991. Totò Riina lo avrebbe poi mandato a Roma per provare ad eliminare Giovanni Falcone nella capitale. Matteo Messina Denaro, quindi, è considerato al centro della strategia di morte varata da Cosa Nostra, non solo per le bombe del 1993 per cui era già stato condannato alla massima pena.  La decisione è arrivata dopo una lunga camera di consiglio durata 14 ore. Il boss   Castelvetrano  era uno dei fedelissimi del Capo dei Capi, il  “figlioccio” di Totò Riina come lui stesso riferiva ad altri in carcere, vantandosi di averlo formato a dovere.  Latitante dal giugno del 1993 Matteo Messina Denaro  è custode di tanti segreti di Cosa Nostra, ma al momento resta imprendibile.   

 

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