Cinisi, Casa Memoria: “Leonardo Badalamenti andava arrestato prima, grave il ritardo”

“Ci domandiamo come sia possibile che gli investigatori non fossero a conoscenza di questo mandato e quanto tempo ancora bisognasse aspettare affinché venisse eseguito”. Sono le dure affermazioni di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato di Cinisi, in merito all’arresto di Leonardo Badalamenti, secondo genito del defunto boss Gaetano, finito in manette a Castellammare del Golfo,  per mano della Dia che ha eseguito un mandato di cattura internazionale emesso nel 2017 dall’autorità giudiziaria brasiliana di Barra Funda, per associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti e falsità ideologica.

“Riteniamo gravissimo che una persona su cui pende da tre anni un mandato di cattura internazionale per reati molto pesanti – scrive ancora l’associazione fondata dai familiari del militante di democrazia proletaria assassinato per volere di Tano Badalamenti il 9 maggio del 1978 – potesse vivere in casa della madre e girare indisturbato anche a Cinisi, dove pochi giorni fa ha addirittura tentato con la forza (rompendo un catenaccio e cambiando la serratura) di riappropriarsi del bene confiscato in contrada Uliveto, che gli era stato di recente restituito dalla Corte d’Assise di Palermo.  Se non fosse stato per l’intervento del Sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo che lo ha immediatamente denunciato per questo atto, di fatto Leonardo Badalamenti si sarebbe potuto riorganizzare da un punto di vista criminale”.  

Casa Memoria prosegue il suo impegno in nome di Peppino Impastato che è stato ucciso per aver contrastato il fenomeno mafioso a Cinisi  e, della madre Felicia che a suo tempo ha rivendicato l’azione del figlio ed ha avuto il coraggio di denunciare “don Tano” Badalamenti per l’omicidio di Peppino, ottenendo giustizia dopo anni di depistaggi. “Questo nostro impegno – conclude la nota di Casa Memoria . ci fa sentire molto vicini alla comunità di Cinisi ed ai tanti che in questi giorni si sono apertamente schierati contro l’azione di Leonardo Badalamenti, dimostrando che il tessuto sociale del paese sta cambiando e che il muro di omertà può essere abbattuto”.

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