Terrasini, messa e corteo in suffragio di Luca Di Bella per chiedere “giustizia”

Ad un mese dalla sua morte, tornano a chiedere verità e giustizia i familiari e gli amici di Luca Di Bella, il 29 enne di Terrasini morto lo scorso 29 novembre, dopo una serie di complicanze seguite a una frattura alla mandibola causata da un pugno in faccia ricevuto durante una rissa. Lo hanno fatto attraverso striscioni che alcuni ragazzi hanno portato lungo il corteo organizzato, dopo la messa in suffragio, celebrata in Chiesa Madre. Corteo a cui hanno preso parte pure le istituzioni locali. Il sindaco Giosuè Maniaci, così come da impegno preso con familiari e amici, ha già scritto una lettera alla Procura della Repubblica di Palermo, affinchè prenda a cuore questo caso e faccia luce sulle eventuali negligenze sanitarie che, possano avere determinato la fine della sua giovane vita. Sulla morte di Luca di Bella è stata già aperta un’inchiesta, i carabinieri hanno sequestrato le cartelle cliniche e adesso si è in attesa dei risultati dell’autopsia. Finito all’ospedale Villa Sofia di Palermo dopo aver preso un pugno in faccia che gli ha procurato una fattura alla mandibola, il giovane venne operato il 9 novembre scorso. Dimesso dal nosocomio e tornato a casa, il ragazzo continuò a lamentare dolori, al punto di spingere la madre, il 26 novembre scorso, a riaccompagnarlo in ospedale, dove, il medico gli avrebbe prescritto delle fiale di Bentelan e poi lo avrebbe rimandato a casa. Tre giorni dopo Luca si sentì ancora peggio e con un’ambulanza del 118 venne trasportato all’ospedale Cervello dove, venne subito ricoverato in rianimazione. Poco dopo è morto per un arresto cardiaco. Una scomparsa prematura e con tanti dettagli ancora oscuri su cui in tanti, amministrazione comunale inclusa, chiedono di fare chiarezza. Luca era un ragazzo buono, gentile e affettuoso con tutti che sorrideva spesso. Così lo descrive chi lo ha conosciuto. Un giovane che sognava di andare a vivere in America, dove era già stato in vacanza. E proprio dagli Stati Uniti è arrivata un’altra lettera che chiede giustizia per il ventinovenne. A scriverla ed inviarla al sindaco Maniaci è stata la collega Sefatia Giambanco Romeo Theken, primo cittadino di Gloucester, cittadina vicino Boston, nel Massachussets, in cui risiede una comunità di pescatori originari di Terrasini.

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