Montelepre, la Cassazione conferma condanna a 7 anni per l’ex sindaco Giacomo Tinervia

La Cassazione ha confermato la condanna a 7 anni di reclusione, per concorso in estorsione aggravata e induzione indebita a dare o promettere utilità, nei confronti dell’ex sindaco di Montelepre Giacomo Tinervia. Assolto in primo grado nel processo «Nuovo mandamento» che vedeva alla sbarra numerosi esponenti della mafia nel territorio compreso tra San Giuseppe Jato e Partinico, la sua pozione era stata stralciata. In primo grado non aveva retto al vaglio del giudice l’ipotesi che avesse chiesto soldi a un imprenditore che stava ristrutturando la palestra del paese. La sentenza, però, venne ribaltata in Corte d’Appello, dove Tinervia si ritrovò ad essere unico imputato. Secondo l’accusa l’ex primo cittadino avrebbe fatto da intermediario tra la vittima e le cosche locali intercedendo dunque nella richiesta di denaro. I giudici hanno ritenuto fondati gli esiti delle indagini dei carabinieri che intercettarono il rimprovero di Antonino Lombardo, subito da Tinervia, per aver preteso la tangente prima che venisse riscosso il pizzo. L’imprenditore confessò di aver consegnato la busta con i soldi all’autista del primo cittadino, conscio del fatto che parte del denaro sarebbe arrivato a Cosa nostra. Giacomo Tinervia, finito in manette nel blitz Grande Mandamento nell’aprile del 2013, dopo pochi giorni di detenzione, tornò in libertà, restando a piede libero fino a questa mattina, quando, appresa la notizia dai suoi legali, ha deciso di costituirsi. Autonomamente, si sarebbe presentato nella tarda mattinata di oggi, all’istituto penitenziario Pagliarelli di Palermo, dove da poche ore è detenuto.

La cassazione conferma condanna a 7 anni per l’ex sindaco Giacomo Tinervia

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