Inflitte 3 condanne a 30 anni per l’omicidio di Lino Spatola

Arrivano le condanne per l’omicidio del capomadia di Tommaso Natale Lino Spatola, scomparso col metodo della lupara bianca il 18 settembre del 2006. Il gup di Palermo Filippo Lo Presti ha condannato, in abbreviato, a 30 anni di carcere ciascuno, ai boss di San Lorenzo Salvatore e Sandro Lo Piccolo e al capo cosca di Brancaccio Andrea Adamo. Il giudice ha accolto le richieste dei pm Roberto Tartaglia e Amelia Luise, che si erano basati sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia di Carini (Palermo) Antonino Pipitone, rese dopo il 2015 e perfettamente sovrapponibili alle accuse – risalenti a una decina di anni fa – di un altro ex mafioso dello stesso paese, Gaspare Pulizzi. Pipitone tra l’altro era stato condannato pure per l’omicidio di Giuseppe D’Angelo, un barista in pensione, estraneo a contesti mafiosi, assassinato il 22 agosto 2006, perche’ scambiato – a causa di una relativa somiglianza – per Spatola. Secondo i pentiti, Spatola sarebbe stato ucciso il 18 settembre del 2006 nelle campagne di Montelepre e poi seppellito in un terreno di Villagrazia di Carini. Lo stesso sarebbe stato eliminato su ordine dei Lo Piccolo che lo ritenevano un traditore per essersi avvicinato al loro rivale, Antonino Rotolo, reggente del mandamento mafioso di Pagliarelli. Tra le due fazioni esistevano contrasti sul rientro dagli Usa dei cosiddetti «scappati», i mafiosi che avevano perso la seconda guerra di mafia e, per avere salva la vita, erano stati costretti ad allontanarsi dalla Sicilia. I killer commisero un drammatico errore di persona e al posto di Spatola uccisero un pensionato, Giuseppe D’Angelo. L’errore non fermò i boss di San Lorenzo, che il 18 settembre fecero uccidere la vittima designata, facendolo cadere in un tranello, un invito a pranzo in cui sarebbe stato assassinato.

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