Confiscati 13 milioni di beni nel trapanese riconducibili a Messina Denaro

Arrestati a fine 2011 nel blitz “Campus Belli” per concorso esterno in associazione mafiosa e fittizia intestazione di beni aggravata, lo scorso anno erano stati assolti dalla corte d’appello di Palermo, adesso arriva la confisca dei beni per Filippo Greco, Antonino Moceri e Antonino Francesco Tancredi, imprenditori del trapanese. Il loro patrimonio ha un valore complessivo di 13 milioni di euro e comprende 108 immobili (tra cui ville, abitazioni, fabbricati industriali, autorimesse, negozi, magazzini, laboratori e terreni), 4 società operanti nel settore dell’olivicoltura, 11 veicoli e numerosi rapporti bancari. L’indagine ‘Campus Belli’ aveva messo in luce le modalità di controllo delle attività economiche e produttive del territorio da parte dell’organizzazione mafiosa riconducibile a Matteo Messina Denaro, attraverso la gestione occulta di società ed imprese in grado di monopolizzare il mercato olivicolo. «Sequestrate finora hanno continuato ad operare in amministrazione giudiziaria e –si legge nel comunicato stampa dei carabinieri che hanno eseguito la confisca- grazie al coinvolgimento delle istituzioni e delle associazioni antimafia sono state realizzate iniziative per favorirne la reintroduzione nell’economia legale. Subito dopo il sequestro, infatti, da quelle terre è nato il progetto che ha visto la produzione e la vendita, su tutto il territorio nazionale, di olio extra vergine imbottigliato dalle aziende “liberate” dal vincolo mafioso, cui era stata dedicata un’apposita etichetta per il “consumo etico da bene sequestrato”, con il patrocinio dell’ufficio misure di prevenzione del tribunale di Trapani e le associazioni Libera e Fai.

 

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