Cancellato ddl regionale su acqua pubblica

Cancellato definitivamente il disegno di legge sull’acqua pubblica per effetto del mancato ricorso che il Governo Regionale avrebbe dovuto presentare, in tempi utili, alla Corte Costituzionale, contro l’impugnativa di Palazzo Chigi.

 

La norma, approvata lo scorso mese di agosto dall’Assembela di Palazzo dei Normanni e sostenuta dal Movimento 5 stelle, prevedeva la possibilità di gestione pubblica del servizio idrico nei singoli Comuni e apriva alla rescissione del contratto con Siciliacque.

 

Ma, lo scorso mese di ottobre, il Consiglio dei ministri, aveva impugnato la legge in quanto numerose disposizioni sarebbero state in contrasto con le norme statali di riforma economico-sociale, in materia di tutela della concorrenza e di tutela dell’ambiente, spesso di derivazione comunitaria, eccedendo in tal modo dai limiti posti alle competenze regionali”.

Il testo del disegno di legge preservava, comunque, la possibilità di affidare il servizio alle società private, ma solo nel caso in cui la loro offerta fosse più vantaggiosa ed economica rispetto a quella proposta dalle società pubbliche, introducendo maxi sanzioni in caso di inadempienze. Ad ogni modo, il governo presieduto da Rosario Crocetta, non si è opposto alla decisione di Palazzo Chigi e in Sicilia si arena la speranza di tornare alla gestione dell’acqua pubblica.

Per il deputato del Movimento 5 stelle Giampiero Trizzino, è in qualificabile il comportamento assunto dalla Regione che ha così vanificato anni di lavoro e mortificato le aspirazioni dei cittadini che col referendum avevano dato un’indicazione inequivocabile. Per la deputa grillina Valentina Palmeri la decisione Del governo regionale è “la conferma che non c’è la volontà politica di regolamentare il settore dell’acqua in Sicilia e di mettere mano al sistema di potere che controlla il settore grazie all’attuale deregulation. Un fatto – conclude – che va imputato non solo al governo, ma anche alla maggioranza che lo sostiene”.

Ma l’assessore all’energia Vania Contraffatto butta acqua sul fuoco. “L’acqua in Sicilia è e rimarrà pubblica e la legge approvata dall’Ars lo scorso anno, sia pure impugnata, resta in vigore – dice – tanto che ho recentemente firmato il decreto di delimitazione degli ambiti territoriali, quindi resistere all’impugnativa, sul piano pratico, non avrebbe avuto alcun effetto”. Inoltre, sostiene di stare presentando all’Ars un ddl che eliminerà i principali aspetti di incostituzionalità e i problemi tecnici che la legge, già in sede di prima applicazione, ha presentato. Per l’assessore Contraffato, questo nuovo ddl, se approvato dall’Ars, eliminerà il contenzioso alla Corte costituzionale prima che si arrivi alla sentenza”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Hide picture