Cinisi. Morì folgorato, condannato ad un anno il nonno

Sarebbe bastato un semplice salvavita per evitare la morte di Giuseppe Canale, il diciannovenne folgorato il 15 agosto del 2012 in villetta di Cinisi. Secondo una perizia fatta eseguire dal pm, il giovane prese la scossa perché il filo di terra era attaccato in permanenza alla fase dell’interruttore dello scaldabagno ed era quindi sotto tensione di 220 volt. Le indagini avrebbero accertato che l’impianto elettrico era stato manomesso per rubare la luce e perciò che il nonno di Giuseppe Canale, G.D.P. 70 anni, è stato condannato a 12 mesi per l’omicidio colposo del nipote e per furto di energia elettrica. Il ragazzo la sera di ferragosto del 2012 fu ucciso dalla scarica elettrica liberata dal microfono che aveva preso in mano per cantare al karaoke. Determinanti, nel giudizio abbreviato, gli accertamenti compiuti dai tecnici dell’Enel e la perizia disposta dal pm Francesco Grassi ed eseguita dal professore Luigi Cannizzaro, per verificare le condizioni dell’impianto elettrico esterno, utilizzato per il giardino, e di quello di amplificazione che serviva per il karaoke. La sentenza che ha condannato ad un anno il nonno di Giuseppe, è della terza sezione della Corte d’appello di Palermo, presieduta da Filippo Messana, a latere Daniela Troja, relatore Mario Conte: i giudici hanno confermato la decisione emessa dal Gup Luigi Petrucci il 9 aprile 2014.

fonte: Giornale di Sicilia

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