Mafia. Sequestrati altri beni all’ex boss Giovanni Brusca

Immobili e denaro, nuovo sequestro di beni contro Giovanni Brusca l’ex capomafia di San Giuseppe Jato, diventato collaboratore di giustizia nel 2000. La procura ha identificato i personaggi che amministravano i suoi beni e la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo ha disposto il sequestro di case e magazzini tra la città, San Giuseppe Jato e Piana degli Albanesi. L’ex boss avrebbe riscosso illecitamente provento di affitti e vendite di altri locali, e perciò che le somme sono state sequestrate. Sigilli inoltre ad un magazzino nel capoluogo affittato alla Chiesa Evangelica Apostolica, anche questo immobile era stato individuato dai carabinieri del gruppo Monreale che accertarono che Giovanni Brusca avrebbe continuato ad incassare denaro per proprietà mai segnalate all’autorità giudiziaria. E proprio il termine “chiesa” sarebbe stato trovato negli appunti del pentito durante la perquisizione nella sua cella nel 2010, quando ricevette un’accusa di riciclaggio, di intestazione fittizia di beni e di tentata estorsione. Il locale si trova accanto allo stabile che fu il covo palemitano di Leoluca Bagarella, scoperto nel 1979 dal capo della squadra mobile Boris Giuliano. Anche questo immobile secondo gli investigatori, faceva parte dei beni nascosti di Brusca, venduto attraverso prestanome; è stata infatti ricostruita la transazione immobiliare e sequestrati 30 mila euro provento della cessione. Bloccati pure 16.400 euro dalla locazione del magazzino di San Giuseppe Jato, per il quale non è stata mai eseguita la confisca.

fonte: Giornale di Sicilia

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