Scandalo all’ufficio tributi, 15 arresti

Corruzione e truffa nell’ufficio tributi in via Lincoln a Palermo, funzionari e dipendenti comunali gestivano “allegramente” la riscossione prima della Tarsu e poi della Tares. Una serie impressionante di truffe ed episodi di corruzione scoperti dalla Polizia di Stato che ha fatto scattare l’operazione “FinTares” che ha accertato le responsabilità di un manipolo di dipendenti comunali e di un funzionario.

Quindici i provvedimenti cautelari emessi dal gip del Tribunale di Palermo, Angela Gerardi. Funzionario e dipendenti comunali sono accusati e vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, istigazione alla corruzione, truffa e falso materiale. Le indagini, durate oltre un anno, hanno fotografato un avvilente ed inquietante spaccato di corruzione, sviluppatosi all’interno dell’Ufficio Tributi del Comune di Palermo.

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Si agiva senza freni nella riscossione del tributo legato allo smaltimento del rifiuto solido urbano (Tarsu e Tares), attraverso la fraudolenta alterazione della posizione contributiva del cittadino. Per i casi finora presi in esame è stato stimato un danno per le casse del Comune di Palermo di diverse centinaia di migliaia di euro.

In carcere sono finite quattro persone: Cesare Pagano, Antonino Borsellino, Gaspare Tantillo e Ida Ardizzone, ovvero il funzionario e altri tre impiegati. Undici sono ai domiciliari.

Storia nella storia il caso che riguarda addirittura un convento di suore, ma anche un grande centro di riabilitazione per disabili ed un “ente senza scopo di lucro”.

Il Comune di Palermo fa sapere che i dipendenti in questione erano stati allontanati dal settore tributi ad aprile scorso e le loro posizioni erano state segnalate agli inquirenti. Il sindaco Leoluca Orlando ha confermato “piena collaborazione con la magistratura. E’ evidente che contro questi dipendenti e ogni altro cittadino che ha arrecato un danno all’amministrazione, il Comune si costituirà parte civile”.

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