La Dia sequestra impianto di distribuzione carburante

La Direzione Investigativa Antimafia ha sequestrato e posto sotto temporanea amministrazione giudiziaria l’impianto di distribuzione carburante Tamoil di via Mazzini a Giardinello e i relativi conti bancari. Il provvedimento, emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, su proposta del direttore della Dia Arturo De Felice, riguarda il patrimonio riconducibile all’imprenditore partinicese Stefano Parra, 47enne di Partinico, a cui, il 18 luglio scorso, erano già stati sequestrati beni per 360 milioni di euro tra cave, diverse società di capitale con relativi compendi aziendali, due imprese individuali, ventisei terreni, numerosi magazzini, varie abitazioni, tra cui quattro in ville, quattro impianti fotovoltaici, dodici rapporti bancari e finanziari.

Secondo la Direzione Investigativa antimafia, l’attuale gestore dell’impianto e la proprietaria del terreno sarebbero prestanome di Parra che avrebbe acquistato l’area nel 1994. 4 anni dopo, lo stesso terreno, con regolare contratto, atto notarile venne venduto a Maria Musso di Montelepre, mentre la gestione dell’impianto di distribuzione di carburante, la società titolare di allora, la Ip, l’affidò al marito della Musso, Mario Cucinella, così come successivamente ha fatto la Tamoil che successivamente è subentrata alla proprietà originaria. Il sequestro preventivo sarebbe stato disposto in attesa di verificare con quali fondi Maria Musso abbia potuto acquistare, 16 anni fa, il terreno da Stefano Parra. Ieri mattina il blitz della Dia mentre il gestore stava lavorando nell’impianto Tamoil. Gli agenti, dopo avergli svuotato le tasche del denaro contante incassato durante la mattinata nella vendita del carburante, lo hanno invitato ad allontanarsi. L’attività è rimasta aperta e continuerà a funzionare sotto la stessa amministrazione giudiziaria, che gestisce i beni di Parra sequestrati lo scorso luglio, guidata da Giuseppe Rizzo e coadiuvata da Giuseppe Cannarozzo e Crimaldi.

Stefano Parra è già destinatario della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale. Parra venne stato arrestato nel maggio del 2000, su provvedimento del Gip del Tribunale di Palermo, per associazione mafiosa. Nel provvedimento restrittivo di luglio scorso, Stefano Parra, veniva indicato come il personaggio che, nella sua qualità di socio o titolare di aziende operanti nel settore edile, era in grado di pilotare l’aggiudicazione di appalti pubblici nei comuni di Montelepre, Borgetto e Partinico, attraverso il collaudato sistema della preventiva consegna ai titolari delle aziende stesse, delle buste contenenti le offerte presentate dalle altre imprese che partecipavano alle varie gare d’appalto, violando quindi l’esito finale. Gli accertamenti svolti dagli uomini della Dia, che non sono mai cessati, hanno consentito di evidenziare complessi ed articolati intrecci societari che hanno portato anche all’attuale provvedimento su cui la Magistratura adesso dovrà far luce.

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