Giardinello, accesso ispettivo al Comune per accertare eventuali infiltrazioni mafiose

Nove mesi dopo il blitz antimafia che portò all’arresto del presunto capomafia di Giardinello Giuseppe Abbate, in Municipio arrivano funzionari della Prefettura e ufficiali delle forze dell’ordine per verificare gli atti dell’ente locale ed accertare eventuali infiltrazioni mafiose nelle carte prodotte durante l’attuale legislatura del sindaco Giovanni Geloso. Si tratta del Viceprefetto Maria Vittoria Ministeri, del Tenente Colonnello della Guardia di Finanza Vincenzo Barbati e del Maggiore dei Carabinieri Roberto Binotti. Accompagnati al palazzo comunale dal Capitano Marco De Chirico, alla guida della compagnia militare di Partinico e da Marcello Usai, comandante della stazione di Montelepre, gli ispettori hanno notificato al sindaco Giovanni Geloso e alla segretaria comunale Anna Maria Orlando la disposizione dell’Ufficio Territoriale del Governo. Per insediarsi, hanno chiesto una stanza al primo cittadino che gli ha ceduto l’ufficio della segreteria generale e un’altra stanza all’interno dell’ufficio tecnico. L’accesso ispettivo durerà 90 giorni, mentre il sindaco, la sua giunta e il Consiglio Comunale, proseguiranno nella massima autonomia l’attività amministrativa. Saranno passate al setaccio le carte sulle gare d’appalto, le delibere, le determine e quant’altro passato tra le mani dell’attuale classe dirigente, così come già avvenuto nel Comune di Montelepre, dove, nella prima tranche dell’operazione Nuovo Mandamento dell’aprile scorso che aveva portato in carcere 37 persone, venne arrestato anche il sindaco Giacomo Tinervia, attualmente indagato a piede libero. L’inchiesta, aveva fatto emergere presunte collusioni tra mafia e politica. A Giardinello, in particolare, era finito in manette il presunto capomafia Giuseppe Abbate che, nelle conversazioni con la sua amante si sarebbe vantato di essere riuscito a “vincere le elezioni” e a piazzare propri candidati in ruoli strategici della pubblica amministrazione. Secondo l’Accusa, nonostante nessuno dai politici locali attualmente risulta indagato, Abbate avrebbe contribuito all’elezione del vicesindaco Andrea Caruso, cugino dell’amante, e dell’assessore ai servizi sociali Giusy Abbate, cugina del presunto boss. Quest’ultima, subito dopo l’arresto del parente, ha ufficialmente preso le distanze dal congiunto, ragion per cui, il sindaco Geloso, che sulla vicenda si è esposto più volte pubblicamente escludendo ogni possibile collegamento, ha continuato a mantenerla in Giunta; così come è rimasto in carica Caruso che da almeno un decennio, per litigi familiari, non avrebbe avuto alcun tipo di rapporto con la donna di Abbate. Il presunto capomafia avrebbe avuto anche rapporti con gli esponenti di tutte e tre le liste elettorali che aspiravano a vincere le amministrative del maggio 2012. Adesso le sorti del Comune di Giardinello sono affidate a ciò che funzionari della Prefettura e personale delle Forze dell’Ordine troveranno negli atti approvati dall’amministrazione Geloso. Secondo la prassi gli investigatori hanno tre mesi di tempo per analizzare le carte prima di inviarle al Ministero degli Interni, che potrebbe decidere lo scioglimento per mafia. Ovviamente si tratta solo di un’ipotesi. Il sindaco di Giardinello Giovanni Geloso, che ha sempre respinto ogni ipotesi di collegamento con la mafia, ha già consegnato agli ispettori tutta la documentazione necessaria. “Sono sereno – dice – e certo che l’attività ispettiva farà emergere la correttezza del mio operato. Come ho già annunciato, il Comune che rappresento, si costituirà parte civile nel processo che scaturirà dall’operazione antimafia Nuovo Mandamento e il cui dibattimento dovrebbe avere inizio il prossimo 25 gennaio. Non sarà certo questa verifica a fermare la mia attività amministrativa che intendo proseguire nel massimo rispetto della legalità e della trasparenza. L’auspicio è quello che l’attesa archiviazione di questo caso – aggiunge Geloso – possa avere la stessa attenzione mediatica che oggi adombra il mio operato. Ragion per cui – conclude il sindaco di Giardinello – ho deciso di non indossare la fascia tricolore, per il valore immenso che per me rappresenta, fino a quando questa vicenda non verrà definitivamente chiusa”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Hide picture