Acqua. Ancora incerto il futuro del servizio idrico nel palermitano

E’ ancora incerto il futuro del servizio idrico nel palermitano. Ieri si è tenuta una riunione di fuoco nella sede della provincia a Palazzo Comitini. Erano presenti i sindaci dei 52 comuni gestiti da Aps, il primo cittadino di Palermo Leoluca Orlando, l’assessore regionale all’energia Nicolò Marino e i rappresentati della società ormai dichiarata fallita Acque potabili Siciliane.
Ad assistere alla riunione anche sindacati e lavoratori dell’azienda che parlano di clima teso e situazione complicata. L’unica possibilità che sembra essere rimasta in campo è quella di affidare il servizio ad Amap, la società che attualmente gestisce il servizio nella città di Palermo.
Volontà confermata dall’assessore Marino. Il sindaco Orlando a sua volta, si è detto disponibile ad acquisire Aps, ma a condizione che la Regione eroghi un contributo economico straordinario di diversi milioni di euro, per permettere il passaggio all’Amap. La decisione finale però è stata rinviata. I lavoratori sono in assemblea permanente e assistendo al rimpallo di responsabilità tra Regione, Provincia e Comune di Palermo, si dicono preoccupati sul loro futuro occupazionale. Gli operai chiedono di affidare subito il servizio all’Amap avviando la nuova gestione. Il loro contratto è in scadenza e si rischia di lasciare a secco 52 comuni.
Intanto il Tribunale di Palermo ha prorogato fino al 14 febbraio la gestione da parte della curatela fallimentare. Ad opporsi ad una nuova gestione privata, i sette sindaci che hanno chiesto il ritorno delle reti ai comuni. In primis, Salvatore Palazzolo di Cinisi, che ha ribadito la volontà da parte del comune di tornare a gestire il servizio in autonomia. Venerdì mattina Palazzolo si recherà nella sede di Aps in via Ugo La Malfa per formalizzare la riconsegna degli impianti idrici. Il 3 febbraio toccherà a Terrasini e poi a Trappeto.

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