Operazione Iban. L’assessore Scilabra: “il trasferimento dei dipendenti è stato fondamentale”
I soldi che la Regione Veneto continuava sollecitare erano finiti nel conto di una ditta di un imprenditore originario di Borgetto Antonio Amodeo Filingeri. La stessa che, secondo l’accusa, sarebbe stata favorita nell’aggiudicazione di una gara a trattativa diretta. A scoprirlo ad aprile 2012, fu il dirigente della Regione Marcello Maisano che vide accreditare 200,000 euro alla ditta Amufficio srl di Filingeri.
Soldi che sei mesi furono restituiti alla Regione, ma le indagini erano ormai a buon punto. Ad ideare il sistema era il dirigente Emanuele Curraro, l’uomo centrale dell’inchiesta. In pratica bastava sostituire l’Iban del conto corrente e i soldi finivano prima nelle mani di aziende amiche dei dipendenti regionali e poi nei conti delle ditte che ne avevano diritto. La Regione pagava quindi due volte. Poi altri dipendenti risultavano in ufficio fino alle 11 di sera quando in realtà erano in casa. E così le buste paga gonfiavano.
Sull’operazione Iban che ieri ha permesso di arrestare 15 persone tra dipendenti regionali e imprenditori, è intervenuta l’assessore alla formazione Nelli Scilabra che ricorda “il clamore che sollevò il provvedimento del governo regionale che decise di far ruotare i dipendenti del dipartimento. Si parlò di provvedimento ingiusto – dichiara oggi la Scilabra – lesivo dell’immagine di un’amministrazione pubblica. Adesso ritengo che quel provvedimento è stato fondamentale, ad oggi su 13 arresti, ben dieci coinvolgono dipendenti che furono oggetto del provvedimento di rotazione e trasferimento verso altri rami della Regione Siciliana. Sono amareggiata- continua l’assessore – ieri ho ricevuto sms da amici e colleghi, di giovani che lamentano di essere in giro per il mondo a consegnare curricula, mentre qui c’è gente che invece che ringraziare Dio per avere un posto di lavoro sicuro, l’ha usato per rubare soldi pubblici, denaro di tutti i cittadini siciliani dimostrando una totale carenza di senso di responsabilità e delegittimando il ruolo delle istituzioni”.