Castellammare del Golfo. Tesori sotto terra, scoperto un altro granaio del 1200

di Annalisa Ferrante
Perlustata la seconda fossa granaria ritrovata in corso Garibaldi a Castellammare del Golfo. Una costruzione sottoterra di grandissime dimensioni venuta alla luce, così come la fossa già esplorata facilmente con una scala, perché colma di detriti al fondo, poco sotto l’asfalto, dagli operai della ditta che sta effettuando i lavori di metanizzazione per conto di Gas natural. Si tratta di una fossa granaria poco distante dalla prima, ma molto più profonda e l’amministrazione ha predisposto un primo sopralluogo con gli speleologi del Cai. Le costruzioni, che secondo gli storici dovrebbero risalire al basso medioevo, al 1200, quasi certamente sono locali utilizzati per il deposito di grano. Se la prima fossa è rivestita di mattoni di cotto, quest’altra è completamente differente: tutta scavata nella roccia, non rivestita ed al fondo (circa 10 metri) con una pavimentazione di lastroni di pietra. Nel corso del sopralluogo, al quale oltre agli speleologi ha partecipato un’archeologa, il dirigente dell’ufficio tecnico Simone Cusumano, ed il vicesindaco Gaspare Canzoneri, sono stati ritrovati anche dei cocci di oggetti (presumibilmente dei porta candele utilizzati per far luce all’interno dei granai) e delle grandi corna, non è chiaro di quale animale. “Il nostro primo obiettivo è la messa in sicurezza dei granai ritrovati – spiega il vicesindaco Gaspare Canzoneri -. È un fatto urgente poiché a breve partiranno i lavori di pavimentazione che interesseranno il corso dunque miriamo a salvaguardare l’importante ritrovamento ed a cercare gli altri. Il nostro fine, da concordare con la Soprintendenza, è quello di renderli visitabili”.

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