Montelepre. Accesso ispettivo agli atti del Comune, blitz di Prefettura e Forze dell’Ordine

Funzionari della Prefettura di Palermo e personale delle Forze dell’Ordine, stanno eseguendo un accesso agli atti del Comune di Montelepre, per accertare la sussistenza di eventuali infiltrazioni mafiose nelle carte approvate dall’amministrazione Tinervia. A lavoro ci sono un funzionario della Prefettura, un capitano dei carabinieri ed uno della Guardia di Finanza. Il blitz, scattato ieri mattina, sarebbe scaturito dalle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il sindaco Giacomo Tinervia e che lo hanno portato a rassegnare le dimissioni. Il Municipio da metà luglio è guidato da un commissario straordinario, il viceprefetto Antonino Oddo, nominato dal presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta. Oddo ha messo a disposizione del funzionario e dei militari un ampio locale del Comune, dove poter vedere e verificare tutti gli atti del piano regolatore, dell’ufficio tecnico, degli appalti, delle delibere, delle determine e di tutto quello approvato negli anni dall’ex giunta Tinervia. Montelepre è finito nell’occhio del ciclone con l’operazione “Nuovo Mandamento” dei Carabinieri della Compagnia di Monreale. All’alba dell’8 aprile tra le 37 persone arrestate, anche il sindaco del paese, oggi in libertà. Una circostanza che spinse nove consiglieri comunali a dimettersi, facendo di fatto decadere l’intera assise civica. L’ex sindaco Tinervia è indagato per concussione, l’accusa più pesante quella di concorso esterno in estorsione è caduta. Il suo nome è venuto fuori mentre i militari intercettavano un mafioso locale, Giuseppe Lombardo, ma Tinervia ha sempre negato che quel “giacomino” pronunciato nelle conversazioni di Lombardo possa essere lui. Al centro dell’indagine sull’ex sindaco c’è la richiesta di una presunta mazzetta sull’appalto per i lavori di ristrutturazione del Palazzetto dello Sport “Don Pino Puglisi”, aggiudicato da una ditta di Misilmeri, ma il titolare ha negato ogni coinvolgimento di Giacomo Tinervia. E lo stesso ex primo cittadino si è sempre difeso con forza dall’accusa. Tinervia, dopo aver trascorso sette giorni in carcere e quasi due mesi ai domiciliari, il 4 giugno scorso era stato sottoposto alla misura dell’obbligo quotidiano di firma in Caserma, misura revocata dopo otto giorni, il 12 giugno, dal gip Luigi Petrucci e dal pm Francesco Del Bene. Dunque Giacomo Tinervia attende da uomo libero il processo. Adesso le sorti del Comune di Montelepre sono affidate a ciò che funzionari della Prefettura e personale delle Forze dell’Ordine troveranno negli atti approvati dall’amministrazione Tinervia. Secondo la prassi gli investigatori hanno tre mesi di tempo per analizzare le carte prima di inviarle al Ministero degli Interni, che potrebbe decidere lo scioglimento per mafia. Ovviamente si tratta solo di un’ipotesi. Nel palermitano nell’ultimo anno sono stati sciolti per mafia i Comuni di Isola delle Femmine, Misilmeri e Polizzi Generosa

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