Castellammare del Golfo, 28 anni fa la strage di Pizzolungo

Il 2 aprile del 1985 un boato ruppe il silenzio di una mattina di primavera, erano le 8.35 e sulla strada di Pizzolungo, frazione di Erice nel trapanese, una mamma di 30 anni, Barbara Rizzo stava accompagnando a scuola i suoi due figli, i gemellini di 6 anni, Giuseppe e Salvatore Asta. Quello fu il loro ultimo giorno di vita. A portarseli via fu un’ autobomba posizionata sul ciglio della strada per l’attentato al giudice Carlo Palermo che passava da Pizzolungo per raggiungere il tribunale di Trapani. La 132 blindata del sostituto procuratore sorpassò la Volkswagen Scirocco guidata da Barbara Rizzo, e così l’utilitaria si venne a trovare tra l’autobomba e la 132, facendo di fatto da scudo alla macchina del giudice Palermo che rimase solo ferito. Per l’attentato sono stati condannati in primo grado i mandanti i boss Balduccio Di Maggio, Vincenzo Virga e Totò Riina. Della famiglia Asta oggi rimane solo Margherita -il padre Nunzio è morto nel ’93- che all’epoca dei fatti aveva solo 11 anni. Questa mattina c’era pure lei a Castellammare del Golfo, dove Barbara, Giuseppe e Salvatore sono stati ricordati prima con una messa e poi con un corteo per le strade della città che si è fermato davanti la biblioteca comunale che porta proprio il nome della tre vittime innocenti della mafia. All’ingresso dell’edificio in passato erano state piantumate delle palme nane, che hanno la particolarità di non morire mai, mentre questa mattina sono state posizionate le piante di tre rose, due bianche ed una rossa

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