Partinico, sequestrate due aziende vitivinicole

Due aziende vitivinicole di Partinico sono state sequestrate dalla polizia a Ottavio Lo Cricchio, 49 anni, ritenuto appartenente al clan dei Vitale. Il valore delle aziende ammonta a circa un milione e mezzo di euro. Lo Cricchio è già stato condannato nel 2009 in appello alla pena definitiva di sette anni per associazione mafiosa. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale, che nel marzo del 2012 aveva già disposto per Lo Cricchio la confisca di un patrimonio di circa 8 milioni di euro, in parte riconducibile a sua moglie, e lo aveva sottoposto a tre anni di sorveglianza speciale. “Da diverse intercettazioni – spiegano gli inquirenti – nell’abitazione di Maria Gallina, moglie del boss Leonardo Vitale, e dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Giuseppa Vitale, sorella di Leonardo, e Michele Seidita, erano emersi contatti tra Lo Cricchio e l’allora latitante Giovanni Brusca. Poco dopo la sua scarcerazione, Lo Cricchio era stato assunto dalla “San Domenico Vini srl”, azienda che il figlio diciannovenne Vito, senza alcuna risorsa economica, aveva aperto e che aveva già un volume d’affari superiore al milione e mezzo di euro”. Tanta improbabile precocità aziendale accompagnata da un’ assoluta incapacità reddituale, così come accertato dal personale della Questura, ha rivelato il chiaro scopo di salvaguardare la continuità delle attività commerciali illecitamente costituite ed avviate dal padre (tutte confiscate nel 2012) ed il tentativo di quest’ultimo di riproporsi sul mercato imprenditoriale di Partinico. In un’ attenta e capillare attività di monitoraggio del territorio, nell’ottica di sventare i tentativi di riorganizzazione e di reinserimento nel tessuto imprenditoriale di soggetti mafiosi, il personale dell’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della Questura di Palermo ha tempestivamente intercettato il tentativo di Ottavio Lo Cricchio di reintrodursi in modo occulto nel mercato vitivinicolo partinicese. L’attività d’indagine svolta, confluita poi nella proposta del Questore di Palermo, ha portato al sequestro della SAN DOMENICO Vini s.r.l., ma anche all’applicazione della misura dell’amministrazione giudiziaria della Soc. Coop. Valle dello Jato, sempre a Partinico; quest’ultima era apparentemente un’azienda concorrente con la San Domenico ma gli investigatori sono riusciti a dimostrare il comportamento chiaramente agevolante dell’azienda nei confronti della San Domenico Vini, comprovato sia dal fatto che all’interno della stessa le posizioni apicali fossero ricoperte tutte da stretti congiunti o da soggetti fiduciari di LO CRICCHIO, sia dalla circostanza che tutti gli impianti necessari al funzionamento dell’attività della San Domenico vini fossero di proprietà della Soc. Coop. Valle dello Jato e che, a fronte della presenza di contratti d’affitto di macchinari aziendali sottoscritto dalle due imprese, non ci fosse traccia di dei pagamenti e quindi di passaggio di denaro. Il fronte sul quale sono impegnati gli investigatori dell’Ufficio Misure di Prevenzioni Patrimoniali è dunque duplice; per un verso si cerca di individuare beni e utilità illecitamente acquisiti da soggetti mai colpiti da misure di prevenzione, dall’altro si continua un attività di monitoraggio tesa a scoprire nuovi patrimoni nella disponibilità di soggetti già colpiti da misure di prevenzione che tentano di aggirare la normativa antimafia attraverso l’uso di prestanome.

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