Strage di Capaci. Nell’inchiesta spunta il nome di Messina Denaro
La Procura di Caltanissetta ha chiesto nuovi arresti per la strage di Capaci. Dopo oltre vent’anni spuntano altri responsabili, una serie di mafiosi accusati a vario titolo del tragico episodio. La richiesta dell’ordine di custodia cautelare è stata presentata all’ufficio del Gip dove è stata inoltrata la conclusione delle indagini svolte dai magistrati guidati da Sergio Lari. Sono quasi tutti già in galera, tranne uno che è ancora libero. Tra i coinvolti e finiti recentemente in galera vi è Cosimo D’Amato, il pescatore finito agli arresti nel novembre scorso nell’ambito dell’inchiesta fiorentina della stragi del 93, con l’accusa di aver fornito l’esplosivo per gli attentati mafiosi fra il 92 e il 94. Sarebbe stato lui a fornire l’esplosivo utilizzato per la strage dove morirono sull’autostrada Palermo-Trapani, il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. Nell’inchiesta spunta fra i vari nomi, quello di Matteo Messina Denaro, ma la primula rossa trapanese non rientra nella richiesta delle ordinanze di custodia cautelare. Il suo nome è stato stralciato perchè, seppure indicato come uno dei mandati della strage, si vuole approfondire la sua posizione. I magistrati sospettano che sia stato lui e forse lo è ancora, il collegamento fra mafia e apparati esterni a cosa nostra. Questo approfondimento potrebbe aprire scenari inquietanti attorno al boss di Castelvetrano.