Caso Maiorana. Rossella Accardo si oppone all’archivizione.
Il mistero è stato risolto, ma adesso si cerca di individuare i responsabili. Le ossa umane ritrovate sabato pomeriggio in mezzo a degli sfabbricidi abbandonati in contrada Mirto, nel territorio comunale di Borgetto, appartengono ai resti di salme che anticamente venivano seppellite nei luoghi di culto cattolico. Pare, infatti, che i rifiuti inerti analizzati dagli investigatori provengano dai lavori di ristrutturazione realizzati nelle scorse settimane nella Chiesa madre di Borgetto. Il medico legale, peraltro, intervenuto sul posto per accertare l’origine umana dei teschi e degli scheletri scomposti scoperti, pare che ne abbia valutato la secolare datazione. I carabinieri della compagnia di Partinico, che indagano sul macabro rinvenimento denunciato da un agricoltore, escluso il timore che potesse trattarsi di un cimitero di mafia, adesso sta cercando di risalire alla ditta che avrebbe compiuto i lavori e che avrebbe smaltito illegalmente tutto il materiale edile demolito, assieme ai resti umani, che pare si trovassero, in prevalenza, all’interno di sacchi di plastica neri. Secondo alcune indiscrezioni, gli investigatori hanno già ascoltato il parroco, Don Rosario Armetta, il quale si direbbe totalmente estraneo ai fatti. Non si comprende bene chi abbia autorizzato i lavori e chi o quale ditta abbia eseguito gli interventi di manutenzione all’interno della chiesa, dove recentemente sarebbero stati rifatti i bagni della canonica. Né la Curia di Monreale, né la Soprintendenza ai Beni Culturali sarebbero a conoscenza di questo cantiere. La vicenda presenta ancora molti punti oscuri. Qualcuno dovrà rispondere del reato di abbandono di rifiuti speciali in aperta campagna, ma anche dell’illegale tumulazione delle ossa umane, chiaramente profanate dalla loro sepoltura originale e gettate abusivamente come normali rifiuti. Quindi, chi ha commesso l’illecito, se di fede cristiana, ha pure peccato.