Regione al collasso, stipendi dei dipendenti a rischio

Stipendi dei dipendenti comunali e regionali a rischio. Gli enti locali non hanno più soldi. E dallo Stato i fondi trasferiti sono sempre in minore entità.
A lanciare nuovamente l’allarme è l’Anci Sicilia, guidato dal presidente Giacomo Scala.
Il prossimo presidente della Regione che sarà eletto domenica, dovrà fare i conti con un debito di sei miliardi di euro che grava sulle Sicilia e sui suoi contribuenti.
Il Governo Monti ha imposto all’isola una riduzione della spesa che renderà impossibile mantenere gli oltre 26,000 forestali che costano 300 milioni ogni anno. Rischiano gli stipendi i 17,000 dipendenti regionali che costano ad ogni siciliano, 346 euro l’anno, contro i 23 euro della Lombardia.
“I conti non tornano più e con la legge di pareggio del bilancio prevista dal governo Monti, nel 2014 ai debiti della Regione si dovranno sommare quelli di tutti gli enti controllati, comuni e Ato compresi – dice l’assessore all’economia Gaetano Armano – abbiamo fatto una simulazione e tra meno di due anni la Sicilia avrà un buco da 18 miliardi di euro. Una voragine che risucchierà tutta la Regione: considerando un bilancio di 27 miliardi e una spesa per la sanità di 9, non avremo i soldi per pagare il personale diretto”.
Ma i problemi si vedono già oggi, con Palazzo D’Orleans che ha trasferito soltanto il 50% di quanto avrebbe dovuto fare nel primo semestre. “Siamo alla fine dell’anno e mancano 280 milioni – dice Giacomo Scala – nel frattempo i comuni sono al collasso. Specie quelli che hanno da pagare i 22,500 precari, che all’80% dovrebbero essere coperto dalla Regione.”
La crisi della Sicilia mette in ginocchio anche l’azienda siciliana dei trasporti con gli autobus costretti a caricare 90 pendolari quando la capienza massima è di 50.
Con questo quadro sconfortante, i candidati alla Regione continuano a promettere assunzioni. Tutti assicurano che stabilizzeranno i precari. Ma con quali soldi non è dato saperlo.

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