TERREMOTO, PAURA E SCUOLE CHIUSE DA PALERMO AD ALCAMO

Molta paura ma niente danni. Una forte scossa di terremoto è stata avvertita intorno alle 8,20 nella sicilia occidentale. Il sisma di magnitudo 4.2 è stato nettamente avvertito nel capoluogo siciliano e nei centri della provincia e del trapanese. A Palermo la gente è scesa in strada per il timore di nuove scosse. Scuole chiuse in tutto il comprensorio dal capoluogo siciliano, nei paesi del partinicese, del carinese e del trapanese.

In particolare, il sindaco di Montelepre Giacomo Tinervia, ha disposto la chiusura degli istituiti scolastici per due giorni, per permettere di verificare la stabilità degli edifici. Operazione che sarà effettuata dai tecnici del comune, tra oggi pomeriggio e domani mattina. Chiusi nella giornata odierna, anche gli uffici comunali e il centro anziani. Verifiche saranno effettuata anche nelle chiese del territorio. Negli altri centri del comprensorio invece, al momento i sindaci hanno firmato l’ordinanza di chiusura per la sola giornata di oggi.

Altre scosse sono state avvertite in mattinata. L’ipocentro è stato localizzato dall’Ingv di Roma a 30 chilometri dalla costa, tra Ustica e Palermo, a una profondità di oltre 15 chilometri. Rilevati anche sismi di assestamento. Secondo la sala operativa della Protezione civile non ci sarebbero danni rilevanti a cose o persone. Per precauzione sono state chiuse anche le scuole.

E’ stato generato da un sistema diverso da quello che attiva le faglie ben note lungo la costa settentrionale della Sicilia. “Il terremoto è avvenuto a circa 10 chilometri dalla costa e a circa 20 chilometri di distanza dal sistema di faglie molto più noto”, ha osservato il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Il sistema di faglie più conosciuto, e nel quale i terremoti sono abbastanza frequenti, si concentra nella zona compresa fra 20 e 40 chilometri dalla costa ed è attivato dal movimento di compressione generato dalla placca africana, che spinge verso Nord, scontrandosi con la piccola placca tirrenica. Ma nel terremoto avvenuto oggi a 10 chilometri dalla costa è entrato in gioco un meccanismo diverso. “E’ stato attivato da un movimento di tipo distensivo”, ha spiegato Amato. Un movimento cioè simile a quello che avviene nell’Appennino e all’origine dei terremoti che colpiscono quella zona, da quello dell’Irpinia all’Umbria, a L’Aquila. Lungo le coste della Sicilia, ha proseguito il sismologo, “è avvenuto un processo di deformazione interno, in una zona poco nota, nella quale la sismicità non è frequente e difficile da studiare”.

 

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