Omicidio coniugi Agostino. Spunta la pista legata alla mafia di San Giuseppe Jato
Giovanni Brusca, pentito di San Giuseppe Jato, ha detto tutta la verità sull’omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio? Una pista porterebbe proprio a San Giuseppe Jato ed in particolare all’imprenditore Santo Sottile, prestanome proprio di Brusca e marito di Maria Concetta D’Alessandro zia della Castelluccio. La donna è stata convocata in procura però non si è presentata recapitando come giustificazione un certificato medico. E’ lei -si legge oggi sul quotidiano “la Repubblica”- al centro dei nuovi accertamenti degli investigatori. Un testimone avrebbe raccontato di aver sentito una frase pronunciata dalla donna, il giorno del funerale dei due coniugi “Con tutto quello che aveva addosso si è pure maritato” avrebbe detto su Nino Agostino. Poi, Santo Sottile e Maria Concetta D’Alessandro, zii di Ida Castelluccio, non parteciparono alle nozze celebrate un mese prima dell’omicidio. Cosa era accaduto di così grave? Forse Nino Agostino aveva scoperto il ruolo svolto dallo zio acquisito al servizio di Giovanni Brusca? L’unica certezza è che Agostino da poliziotto sarebbe stato impegnato nella ricerca di alcuni superlatitanti, lo confidò ad un compagno di pattuglia. Dunque, Brusca ha protetto Sottile e Sottile ha continuato a gestire alcuni dei suoi appartamenti. Nel settembre scorso, i carabinieri di Monreale, hanno intercettato una lettera di Brusca alla signora D’Alessandro, per riavere indietro quegli appartamenti. Una lettera dai toni minacciosi, che è costata a Brusca un’accusa di tentata estorsione nei confronti di Sottile. Insomma, il duplice omicidio, nonostante siano trascorsi 23 anni -Nino e Ida furono trucidati il 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini- resta ancora avvolto nel mistero e riserva colpi di scena


