Processo Carthago, slittano le sentenze

Le sentenze per gli 8 imputati del processo Carthago erano attese ieri. Ma i legali difensori, con il consenso del pubblico ministero Francesco Del Bene, hanno chiesto ed ottenuto, dal giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Palermo, l’acquisizione della trascrizione di altre intercettazioni. Slitta quindi di due settimane il responso sulla complessa vicenda giudiziaria che vede dietro le sbarre otto presunti mafiosi di Partinico e Borgetto che hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario: Salvatore Corrao, Santo Musso, Giuseppe Giambrone, Francesco Nania, Antonino Nania, Alessandro Salto, Pietro Brugnano, questi ultimi attualmente fuori dal carcere e l’ex super latitante Domenico Raccuglia, arrestato il 15 novembre dello scorso anno a Calatafimi. Per tutti, il Pm Francesco del Bene ha chiesto complessivamente 111 anni di carcere, con 7 condanne e un’assoluzione. Condanne pesanti per i boss, solo Pietro Brugnano è sotto i 10 anni, per gli altri sono state proposte pene che vanno dai 24 anni di Domenico Raccuglia, boss di Altofonte, ai 18 proposti per Salvatore Corrao di Borgetto e Francesco Nania di Partinico. L’assoluzione richiesta riguarda Alessandro Salto di Borgetto, nei cui confronti Del Bene ritiene di non avere raggiunto la piena prova della colpevolezza. Le altre richieste di pena sono di 15 anni ciascuno per Antonino Nania e per Giuseppe Giambrone, 12 anni per Santo Musso e 9 per Pietro Brugnano. Insieme a loro, nel gennaio del 2009 finirono in manette altre 10 persone, già giudicate con il rito abbreviato. Tre di loro sono stati assolti, mentre 5 anni sono stati inflitti al boss Nicolò Salto, 8 anni e mezzo ciascuno a Gaspare Bacarella e Salvatore La Puma, 6 anni a testa a Giuseppe Bacarella e Andrea D’Arrigo e 4 anni e 8 mesi ad Antonino Salto, figlio di Nicolò. Il processo ordinario va avanti ormai da quasi due anni. Per delineare lo scenario mafioso del partinicese, in aula sono stati chiamati a deporre diversi collaboratori di giustizia, come i pentiti Michele Seidita, Giusy Vitale, Gaspare Pulizzi e Nino Giuffrè che hanno puntato il dito contro Domenico Raccuglia quale supervisore del mandamento mafioso di Partinico e Borgetto e mandante di due omicidi, quelli di Vito Giambrone e del figlio Antonio, il primo assassinato nel 1998, il secondo nel 2007, entrambi a Borgetto. L’inchiesta Carthago, nacque a seguito dell’acquisizione di diverse fonti di prova, tra cui le informative di reato dei carabinieri della compagnia di Partinico, esiti di intercettazioni ambientali e telefoniche con video-riprese che ricostruiscono la guerra di mafia che si è combattuta tra Partinico e Borgetto. Una faida che ha portato numerosi morti. Le sentenze per gli imputati dovrebbero arrivare il prossimo 29 marzo. Nel processo sono parti civili i comuni di Borgetto e Partinico, la Provincia Regionale di Palermo, le associazioni antiracket Addio Pizzo, Pio La Torre, Fai e Solidalia e infine la Confcommercio di Palermo.

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