Borgetto, incendiata l’abitazione estiva della famiglia del sindaco Davì

Ancora una volta la mafia ha preso di mira la famiglia del sindaco di Borgetto Giuseppe Davì. A meno di un anno dall’ultima intimidazione con il fuoco ai danni dell’auto del padre del primo cittadino, la malavita locale stanotte è tornata in azione con un messaggio ancora più grave. Stavolta, gli ignoti attentatori, hanno appiccato il fuoco alla sua residenza estiva di Contrada Iazzo Vecchio, una villetta che si trova alla periferia del paese dove il sindaco Davì, assieme al fratello Roberto che è pure consigliere Comunale e al resto della famiglia si trasferisce durante la stagione calda. Ad accorgersi del misfatto uno zio dell’amministratore, che, arrivato stamattina per coltivare un proprio appezzamento di terreno adiacente alla proprietà del parente, ha subito notato qualcosa di strano. Avvicinatosi alla casa della sorella, si è subito reso conto di cosa fosse successo, avvertendo immediatamente i nipoti. Giuseppe Davì ha subito allertato i carabinieri della locale stazione che si sono recati sul posto assieme agli investigatori della sezione scientifica per i rilievi di rito. Gli inquirenti sperano che i malviventi abbiano lasciato le proprie impronte digitali sulle imposte. Il rogo ha seriamente danneggiato gli interni dell’edificio e parzialmente annerito il prospetto. Da una prima ricostruzione degli inquirenti, gli attentatori si sarebbero introdotti all’interno della proprietà della famiglia Davì, dopo aver tagliato la recinzione di un terreno confinante. Poi, avrebbero forzato diverse imposte prima di sfondare la zanzariera della finestra della cameretta della collega Francesca Davì, sorella del sindaco di Borgetto, e quindi di fare irruzione in casa. Pare che il fuoco sia stato appiccato proprio al materasso di quella stanzetta e solo dopo essersi assicurati che le fiamme si stessero propagando alle altre camere da letto e ai servizi, i malviventi, che hanno agito indisturbati, si sarebbero dati alla fuga. Fortunatamente, forse per mancanza di ossigeno, il fuoco si è spento da solo dopo qualche ora, ma i danni provocati agli interni della struttura sono decisamente ingenti. Materassi, mobili, suppellettili, porte e persino i guardaroba estivi dell’intera famiglia Davì sono andati distrutti dall’incendio doloso; le pareti sono completamente annerite dal fumo. La stima dei danni potrebbe superare i 30 mila euro, ma sarà la compagnia assicurativa a stabilirla definitivamente. Già, perché, dopo l’attentato incendiario subito dal sindaco Giuseppe Davì il 4 dicembre del 2009, quando i malviventi presero di mira la sua autovettura, in considerazione che la propria abitazione da quel momento fosse costantemente monitorata dalle forze dell’ordine, temendo il peggio, decise di assicurare il villino della famiglia contro casi di furto o incendio. La violenza incendiaria nei suoi confronti, infatti, non si fermò a quell’episodio. Nella notte tra il 9 e il 10 maggio dello scorso anno, ignoti diedero alle fiamme l’utilitaria del padre. Ma stanotte è arrivato l’ennesimo messaggio intimidatorio, ancora più inquietante per il primo cittadino di Borgetto che, evidentemente scosso per quanto accaduto, ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione. Il sindaco Giuseppe Davì è evidentemente un amministratore scomodo per la mafia locale, contro cui, nei processi in corso, l’ente locale che guida è costituito parte civile. L’episodio di questa notte potrebbe essere l’ennesimo avvertimento per indurlo ad uscire dalla scena politica.

Hide picture