Tangenti al comune di Palermo. Ricostruito il ruolo del geometra di Isola delle Femmine, Rosario Torrasi

Si continua ad indagare sul giro di tangenti, scoperto dalla Polizia al comune di Palermo nell’ambito di un’indagine sulle autorizzazioni in favore di imprenditori o commercianti. Gli investigatori fanno emergere il ruolo centrale di Rosario Torrasi, il geometra dello Sportello Unico alle attività produttive del comune di Palermo, 58 anni, residente ad Isola delle Femmine, finito venerdì agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione insieme con altre quattro persone. Tra queste c’è anche un uomo di Montelepre, Antonio Giuseppe Genovese, 48 anni, dipendente del municipio palermitano.
Gli investigatori descrivono il giro di tangenti, come un “magna magna”. Bastava infatti andare al ristorante con l’impiegato comunale corrotto per rendersene conto. “Torrasi – scrivono gli investigatori – si recava in trattorie e ristoranti senza mai pagare.” Il pranzo gli veniva offerto infatti dai gestori dei locali, in segno di riconoscenza, per aver rilasciato certificati di agibilità agli esercizi commerciali. L’indagine sulle mazzette al comune, condotta dai poliziotti della sezione reati contro la pubblica amministrazione con il coordinamento del procuratore aggiunto Leonardo Agueci e del pm Ennio Petrigni, ha fatto emergere le manovre di Torrasi e dell’architetto Mario Pagnotta, libero professionista presso il quale sarebbero stati indirizzati i clienti per preparare i progetti in vista del rilascio delle concessioni. Torrasi si attiva di persona – quasi fosse un professionista privato – per soddisfare le esigenze del suo cliente con il quale concorda un appuntamento per definire la questione di un bar ristorante di via Cavour. Torrasi dice a Pagnotta, in una conversazione telefonica: “vuole davanti a dove deve fare il fare il gazebo, dall’altro lato, vorrebbe mettere pure tavoli, sedie, ombrelloni.” Pagnotta è pienamente convinto che che l’autorizzazione per queste ultime non potrà essere concessa ma Torrasi è del parere che la richiesta vada sempre fatta. “vabbè tanto noi la bleffiamo”. Lo scopo – scrivono gli investigatori – è quello di fare un lavoro, anche se inutile, che dovrà essere pagato dal cliente committente in ogni caso. Non è chi non veda con tanta con quanta pervicacia, Torrasi rincorra, senza alcuno scrupolo, lauti profitti, truffando anche coloro che lo ritengono una persona disponibile e affidabile.”

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