Allevamento infetto da tubercolosi a Cinisi, indagato un funzionario dell’Asp

C’è preoccupazione tra i consumatori, dopo il sequestro di un allevamento con 125 vacche di bovina cinisara. Quindici di queste infatti sono affette da tubercolosi. A scoprirlo è stata la Polizia di Partinico durante normali controlli. Così giovedì scorso la Procura di Palermo ha disposto il sequestro di tutto l’allevamento. Per il gestore Matteo Caruso è scattata una denuncia per il reato di commercio di sostanze alimentari nocive. Adesso rischia una condanna a tre anni. La preoccupazione degli investigatori è che alcuni bovini possano essere stati già macellati ed immessi nel mercato. Gli inquirenti vogliono vederci chiaro ed hanno scritto nel registro degli indagati, Giacomo Lo Monaco, il responsabile del distretto sanitario dell’Asp di Carini, che avrebbe dovuto vigilare sull’allevamento. Ha attestato che tutti i bovini erano in perfetta salute e adesso deve quindi rispondere di falso. Sulla questione, l’Azienda Sanitaria Provinciale, non ha ancora preso una precisa posizione.
Secondo la legge, anche se solo un bovino è affetto da tbc, tutti gli altri sono da considerarsi infetti.
Quando il virus colpisce un solo organo della vacca, allora può essere salvata. Mentre c’è l’obbligo di distruzione quando vengono infettati due o più organi.
Una vicenda scoperta pochi giorni dopo la notizia che le carni e i derivati caseari della bovina cinisara diventeranno marchio DOP entro fine anno.
Secondo Santo Caracappa dell’Istituto Zooprofilattico di Palermo, comunque “la carne cotta ad ottanta gradi rende innocuo il virus della tubercolosi. Quindi è meglio evitare qualsiasi tipo di allarmismo”.
Sulla questione minimizza anche il sindaco di Cinisi Salvatore Palazzolo, che esclude un possibile rischio per la salute dei consumatori. “Si tratta – dice – solamente di pochi casi di infezione, sui 5,000 capi di bestiame presenti nei 100 allevamenti nel nostro territorio. Ogni giorno vengono macellati 20 bovini che vengono poi immessi nel mercato tra Cinisi e Terrasini. Se il comune dovesse avere delle responsabilità sulla vicenda siamo pronti a pagarne le conseguenze, ma se invece, dovesse essere parte lesa, l’ente da me guidato si costituirà parte civile in un eventuale processo.”

Hide picture