Abolizione province, presidenti uniti contro Lombardo

Le Province siciliane unite in un’azione congiunta per difendere dalle continue aggressioni del presidente della Regione un ente i cui componenti sono stati democraticamente eletti dai cittadini. I presidenti delle nove Province siciliane, Palermo, Catania, Messina, Trapani, Siracusa, Ragusa, Enna, Agrigento e Caltanissetta, si sono riuniti a Palermo per affrontare la questione dell’abolizione degli enti che rappresentano, sollevata dal presidente della Regione Raffaele Lombardo. “Si parla tanto di diminuzione dei costi della politica – dicono i nove presidenti – ma non è certamente abolendo le Province che si otterrà questo risultato. Gli sprechi vanno cercati altrove. Basti pensare alle indennità che percepiscono gli assessori regionali che poi sono gli stessi che fanno lezione su come diminuire i costi della politica. O al fatto che la Regione, nonostante la presunta austerity, sia l’unico ente che continua ad assumere. Siamo stanchi – continuano i nove presidenti – di queste continue strumentalizzazioni e di scelte ipocrite. Vogliamo portare avanti un ragionamento che miri alla razionalizzazione delle competenze degli enti locali secondo il principio della sussidiarietà e, soprattutto, secondo criteri condivisi e vogliamo che anche in Sicilia, come già avvenuto in altre regioni d’Italia, venga attuato il trasferimento delle competenze dallo Stato alle Province previsto dal federalismo”. E per ragionare sul ruolo delle Province regionali, già liberi consorzi di comuni, così come sancito dalla legge istitutiva n.9 del 1986, i vertici annunciano per fine settembre una giornata di studi nel capoluogo siciliano.
“Metteremo attorno ad un tavolo politici ed esperti per avviare un confronto aperto al quale inviteremo a partecipare anche il presidente della Regione – spiega il presidente dell’Urps e presidente della Provincia regionale di Palermo Giovanni Avanti -. Lombardo avrà così modo di spiegarci come intende sostituire le Province e a quanto ammonterebbe il risparmio per le casse della Regione. Noi rappresentiamo un punto di riferimento e siamo spesso interlocutori unici per i comuni che ricadono nel nostro territorio ed è incomprensibile come si possa preferire, ad un organismo eletto democraticamente, uno di nomina commissariale che fa riferimento a questo o quel dante causa, rispondendo ad una logica clientelare. Non è di questo che abbiamo bisogno ma di gestioni efficienti e trasparenti. Per questo, a prescindere dall’appartenenza politica di ciascun presidente di Provincia, abbiamo più volte espresso la nostra disponibilità anche rivedere l’organizzazione dei poteri locali in Sicilia secondo il principio di sussidiarietà, auspicando una nuova articolazione divisa in Aree metropolitane, Province e Comuni. Il centralismo messo in atto dalle Regioni che mantengono una serie di competenze ed erogano in malo modo servizi ai cittadini invece di distribuirli agli enti locali – conclude Avanti – costituisce il vero limite dell’assetto istituzionale complessivo dello Stato rispetto ai Governi dei territori ”.

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