Latitante abitava in una villa confiscata alla mafia
di Federico Orlando
Un’operazione quella che ha portato all’arresto di un latitante che dimostra ancora una volta, la precaria gestione dei beni confiscati alla mafia in Sicilia. Maurizio Polizzotto, 39 anni, condannato due anni fa per rapina, furto e ricettazione, era sfuggito alla cattura rendendosi latitante. Adesso, ma solo in seguito alla dichiarazione di un pentito, è stato ritrovato insieme alla famiglia in una villa nel centro di Palermo che apparteneva a Salvatore Biondino, l’autista di Totò Riina. Ma la notizia che fa scalpore è che la villa dopo la cattura del mafioso insieme al boss nel 1993 era stata prima posta sotto sequestro, poi confiscata, nel 1997 e dopo 10 anni, nel 2007 assegnata dal Demanio al Comune di Palermo. Per la definitiva assegnazione era stata individuata una comunità per l’assistenza ai minori che però dopo approfonditi accertamenti, non è stata più ritenuta idonea a ricevere l’immobile che di conseguenza non è stato più assegnato. Da allora la villa è rimasta nella disponibilità del Comune, ma praticamente del tutto abbandonata. Maurizio Polizzotto due anni fa, ha pensato bene di farne la sua dimora, e si è stabilito in villa insieme alla famiglia, moglie e tre bambine, mentre la polizia lo cercava chissà dove. Un pentito lo ha tradito ed ha permesso ai poliziotti del commissariato Zisa di andare a colpo sicuro, mentre un elicottero seguiva l’operazione dall’alto, sono entrati, trovando la moglie che naturalmente ha fatto finta di non sapere del marito. Polizzotto è stato trovato all’interno di un rifugio nascosto da una botola ed è stato rinchiuso all’Ucciardone per scontare sette anni. Ha dovuto abbandonare così il suo covo da latitante, con ampio zona verde, perfettamente arredato e dotato di tutti i confort e sopratutto a costo zero, perchè pagato dal Comune di Palermo.