Politica e tangenti, Gaspare Vitrano avrebbe incassato altre mazzette
La tangente di diecimila euro non sarebbe l’unica incassata dal deputato Gaspare Vitrano per agevolare l’iter burocratico di alcuni impianti fotovoltaici.
A raccontarlo, nel corso dell’interrogatorio davanti al Gip, è stato l’ingegnere Pier Giorgio Ingrassia, secondo cui, Vitrano in passato avrebbe intascato ventimila euro per un altro cantiere.
Un particolare che trova conferma anche dalle intercettazioni: “Ci hanno riconosciuto tutto, tutto. Hanno riconosciuto i signori a questa terza parte e ci può parlare lei con i due fratelli”, diceva riferendosi a due imprenditori di cui nel verbale di arresto viene specificato il cognome.
Gli inquirenti sono convinti di avere scoperto un sistema ben strutturato. Più che agevolare le pratiche, il deputato sarebbe stato pagato preventivamente per non ostacolarle. Ingrassia spiegava, infatti, all’imprenditore che lo ha denunciato: “Le assicuro che le fanno finire di lavorare, perché questo è in grado di fare la politica, questo è in grado di fare con ispettorato del lavoro, questo sono in grado di fare con gli Assessorati, questi sono in grado di fare… io le do questo consiglio dopodiché lei è libero di regolarsi come vuole”.
Ingrassia sarà di nuovo interrogato, probabilmente mercoledì, dai pubblici ministeri Maurizio Agnello e Emanuele Ravaglioli. Intanto l’ufficio dell’ex deputato è stato perquisito dagli investigatori. Si trova al piano parlamentare di Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea siciliana.
Vitrano ricopriva il ruolo di deputato-segretario e fa parte del consiglio di Presidenza dell’Ars, per questo motivo aveva diritto a una propria stanza, separata da quelle del gruppo del Pd dove ogni deputato ha la propria scrivania.