OPERAZIONE ADDIPIZZO 5. NUOVI PARTICOLARI SULLA FIGURA DI SANDRO LO PICCOLO. AVREBBE RACCOMANDATO UN SUO UOMO ALLA GESIP E FALSIFICATO DOCUMENTI

(fonti: Giornale di Sicilia – La Repubblica ) Che la mafia faccia anche –tra le sue innumerevoli attività sporche- da “Trova Lavoro”, o da “Agenzia dell’Impiego”, non è di certo una novità. Cosa Nostra da sempre raccomanda i suoi migliori ed insospettabili “fidi” in posti strategici, magari della pubblica amministrazione o di società miste… E così, uno tra i più giovani padrini della mala siciliana Sandro Lo Piccolo si era rivolto ad un insospettabile “tramite” della mafia all’interno della Gesip, la società di Gestione Servizi Impianti Pubblici Palermo SpA, per far assumere un suo uomo. La scoperta è stata fatta dall squadra mobile e dalla Procura, grazie ad un pizzino, analizzato dalla Scientifica che ha studiato il nastro della macchina da scrivere trovata nella villa di Terrasini, uno degli ultimi covi degli ex boss latitanti. Nel pizzino salta fuori il nome di Giacomo Palazzolo, direttore generale della Gesip dal 2007 fino a qualche settimana fa, al quale attraverso il suo ufficio di segreteria sarebbe stata fatta pervenire l’assunzione del raccomandato di Sandro Lo Piccolo. “Non ho nulla da giustificare –ci dice al telefono Giacomo Palazzolo-. Chi mi conosce –continua- sa benissimo che non mi sono mai rivolto all’ Istituto della raccomandazione nemmeno per interessi personali, figuriamoci per terze persone. Io –prosegue Palazzolo-, nel mio lavoro e nella vita quotidiana rispetto leggi e procedure. Inoltre non sono mai stato contattato da nessuno e per nessuna assunzione, e tra l’altro la Gesip non recluta personale dal 2006 ed io –dice- sono stato nominato direttore generale della società nel 2007, ed il mio incarico –conclude Giacomo Palazzolo- non prevedeva né capacità di spesa né tantomeno potere di assunzione”. Intanto emergono nuovi particolari dall’operazione Addiopizzo 5, che all’inizio della settimana ha portato in carcere ben 63 fiancheggiatori di Lo Piccolo tra Palermo, Isola delle Femmine, Capaci, Torretta, Carini, Terrasini, Cinisi e Montelepre. Uno degli arrestati, Giuseppe Enea 37 anni, avrebbe messo a disposizione di Sandro Lo Piccolo i suoi documenti per evitare la cattura. L’uomo, accusato di favoreggiamento aggravato, fornì al capomafia il suo passaporto, la sua carta d’identità e la patente, documenti che vennero trovati nel novembre 2007 nel covo di Giardinello. Il passaporto fu rilasciato dalla questura nel 2004, ma Enea non ne denunciò mai lo smarrimento. Della carta d’identità, invece, rilasciata nel giugno 2006 dalla delegazione municipale di Tommaso Natale-Sferracavallo, gli investigatori hanno scoperto che Enea si presentò nell’ufficio con un documento rovinato per chiederne la sostituzione. La carta deteriorata venne trovata poi a Sandro Lo Piccolo. In questo modo, Enea riuscì a impedire l’identificazione del numero e dei dati anagrafici dell’intestatario. Infine, è stato trovato anche il duplicato della patente, rilasciata a Enea nel 2005.
Anche un altro arrestato utilizzava la stessa pratica di fornire i propri documenti. Si tratta di Giuseppe Nicoletti, 45 anni, che con lo stesso trucco ha favorito l’allora latitante Francesco Franzese, a cui vennero trovati la patente di guida e una Vespa intestate a Nicoletti.

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