MAFIA. TESORO BRUSCA: PRESTANOME NEGA TUTTO. SI SEGUE ANCHE UNA PISTA AMERICANA

Davanti al pm Francesco Del Bene, che l’ha interrogato, ha negato di essere prestanome dell’ex boss Giovanni Brusca. Santo Sottile il macellaio di San Giuseppe Jato accusato di riciclaggio insieme al pentito e ad altre 8 persone, ha messo a verbale di –essere lui il proprietario degli appartamenti di via Pitrè a Palermo e di averli acquistato regolarmente”. Il macellaio secondo gli inquirenti sarebbe intestatario fittizio di appartamenti che, insieme ad altri beni, Brusca avrebbe sottratto alla confisca. Nell’indagine il nome di Sottile e’ emerso da una lettera scritta dall’ex boss alla moglie in cui si chiedeva, con toni minacciosi, la restituzione degli immobili, circostanza anche questa negata da Sottile. Il macellaio di San Giuseppe Jato è sì indagato per riciclaggio, ma al contempo è parte offesa, perché sarebbe stato vittima di un tentativo di estorsione, contestato al boss e al cugino di Giovanni BruscaPer la difesa di Sottile però, ciò non sarebbe mai avvenuto. Si sono invece avvalsi della facolta’ di non rispondere l’imprenditore Domenico Simonetti, accusato di riciclaggio, e Alessandra Viggiani, presunta prestanome dell’ex capomafia. Mentre la moglie di Sottile non si e’ presentata davanti al pm, perche’ ammalata. Intanto le indagini seguono anche una pista americana; gli inquirenti stanno facendo accertamenti sulle utenze statunitensi trovate fra gli appunti del pentito, nella sua cella di Rebibbia. Giallo anche sui dollari trovati a casa della moglie, che vive in una località segreta. Durante la perquisizione, la notte fra giovedì e venerdì, è saltata fuori una distinta di cambio per 5.000 mila dollari. Insomma le indagini sul tesoro che il boia della strage di Capaci gestiva dal carcere, proseguono.

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