NO ALLA LEGGE BAVAGLIO

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Black-out dell’informazione, oggi, contro la Legge Bavaglio. Pochi giornali in edicola, siti fermi e blog muti. Televisioni e radio senza notizie. E’ la giornata del silenzio “rumoroso”. Che arriva dopo due mesi di proteste contro il ddl Alfano sulle intercettazioni. Una mobilitazione trasversale, che ha come protagonisti giornali, partiti, associazioni, gruppi e comitati. E che, dopo piazze piene e centinaia di micro-iniziative, arriva oggi allo sciopero dei giornalisti.
La nostra redazione condivide in pieno l’azione di protesta organizzata dalla Federazione nazionale della Stampa Italiana, si tratta sia di una “protesta straordinaria” sia della “testimonianza di una professione, quella giornalistica, che vuole essere libera per offrire ai cittadini un’informazione leale e completa”. Un silenzio forzato e simbolico, per “evidenziare i tanti silenzi quotidiani che il “ddl intercettazioni” imporrebbe se passasse con le norme all’esame della Camera”.
E’ doveroso sottolineare che il ddl interviene pesantemente sul nostro lavoro. Se la legge fosse approvata non potremmo più pubblicare le intercettazioni rilevanti per le inchieste fino al termine delle indagini preliminari. La pena è fuori portata : per gli editori sono previste sanzioni fino a 300 mila euro, che possono arrivare ad oltre 450 mila in caso di pubblicazione di intercettazioni escluse dalle indagini. Inoltre, per la rivelazione del segreto d’ufficio è prevista una pena da uno a sei anni.
Noi, di comune accordo con gli editori, abbiamo scelto di andare in onda comunque, non per essere una voce fuori dal coro del silenzio, ma per affermare il diritto di non essere disposti a farci imbavagliare da nessuno.

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