CARINI. PIZZO NELLA ZONA INDUSTRIALE, IN APPELLO SCONTI E ASSOLUZIONI

Per anni avrebbero chiesto il pizzo a tre aziende della zona industriale di Carini. La corte di appello di Palermo ha riformato la sentenza di condanna per estorsione ai presunti boss della cittadina, Giuseppe Passalacqua ed il figlio Battista, e tre esponenti della cosca dei Pipitone, Vincenzo, Antonino ed Angelo Antonino che erano stati tutti condannati a sei anni con il rito abbreviato dal Gup Mario Conte.

I giudici adesso hanno deciso un’assoluzione, una riduzione di pena e una conferma per gli imputati.
Assolto dalle accuse Giuseppe Passalacqua, già condannato in definita per mafia. Al figlio Battista è stata riconosciuta la continuazione con una condanna definitiva per mafia di otto anni: la corte ha ridotto la pena di 3 anni, dovrà quindi scontare in tutto undici anni.

Angelo Pipitone, anche lui gia condannato per mafia, ha ottenuto uno sconto di un anno e dovrà quindi scontare sei anni ed otto mesi. Suo zio, Vincenzo Passalacqua, ha avuto anche lui riconosciuta la continuazione con un’altra condanna a dieci anni per 416 bis e sconterà complessivamente 13 anni di reclusione. Angelo Antonio Pipitone è l’unico ad avere avuto la conferma a sei anni di carcere.

Gli amministratori delle aziende colpite dal pizzo, si erano costituite parti civili ed avevano ottenuto una provvisionale di 50,000 euro ciascuno in primo grado. Tre le ditte soffocate dalle estorsioni, c’è la CPC di Carini che produce prefabbricati in cemento. Per 20 anni i titolari sarebbero stati costretti a versare ai Passalacqua sette milioni di lire ogni 12 mesi. Alla “Progetto Contract” il contributo chiesto sarebbe stato invece di 50,000 euro una tantum. Alla ditta Mantero, che produce carne, sarebbero stati chiesti invece sei mila euro in due rate.

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