OMICIDIO RAPPA. NUOVA UDIENZA IN TRIBUNALE

Nuova udienza, nella seconda sezione penale del tribunale di Palermo, presieduta da Bruno Fasciana, del processo nei confronti delle cinque persone rinviate a giudizio per l’omicidio di Giuseppe Rappa, il bidello invalido presumibilmente ferito a colpi di bottiglia e a calci e pugni, durante la festa del paese a Giardinello e poi morto il 5 ottobre 2008 in un ospedale di Palermo, dopo 45 giorni di coma. Del delitto devono rispondere il consigliere comunale di Giardinello Vito Donato, 49 anni e i suoi parenti Carmelo, Simone e Giuseppe Donato, rispettivamente di 29, 25 e 55 anni, assieme a Francesco La Puma, 24 anni, originario di Partinico ma residente a Borgetto. I presunti assassini, tutti a piede libero, devono rispondere di omicidio volontario e rischiano l’ergastolo per l’aggravante dei futili motivi. Questa mattina, in aula, sono stati ascoltati come teste i medici legali della Procura di Palermo e l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Montelepre Stefano Cirillo che guidò le indagini per risalire agli autori della rissa. Cirillo, in aula, avrebbe riferito al presidente della corte che nell’immediatezza dei fatti, quando giunse sul posto, non trovò bottiglie per terra, ma accertò l’avvenuto pestaggio. I medici legali, invece, avrebbero affermato che la vittima avrebbe riportato un trauma cranico nella regione temporale destra dovuto all’impatto con il suolo, visto che l’anziano deambulava con l’aiuto delle stampelle, e gli stessi, non avrebbero escluso che Giuseppe Rappa possa avere avuto una crisi epilettica. Secondo la ricostruzione degli investigatori che ha portato al rinvio a giudizio degli imputati, la lite scoppiò per una fiera di beneficenza organizzata nell’ambito della festa patronale. Giuseppe Rappa sarebbe andato incontro alla morte per una lotteria truccata. Al campo sportivo di Giardinello, per la festa del Santissimo Crocifisso, la sera del 22 agosto, si stava svolgendo un sorteggio, in palio c’era un pony, che fu vinto dalla figlia del consigliere comunale Vito Donato. Ma l’estrazione secondo Rappa, era stata fatta di fretta e furia mentre ancora si vendevano i biglietti, e il risultato non lo convinceva proprio. Così espresse la sua opinione, che scatenò la furia dei cinque imputati. Giuseppe Rappa era un diversamente abile, per camminare si aiutava con le stampelle. La famiglia, moglie e tre figli, sin dall’inizio si è costituita parte civile al processo che continua il prossimo 11 giugno.

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