MAFIA. GIUSEPPE LIGA: NON SONO UN MAFIOSO

Giuseppe Liga, soprannominato “l’Architetto” e considerato dalla Procura di Palermo l’erede dei Lo Piccolo, si è presentato davanti ai giudici. Ha negato qualsiasi implicazione, ha parlato della sua lotta alla mafia, della nascita, negli anni Settanta, del Movimento cristiano lavoratori. Le sue dichiarazioni, riportate oggi sul Giornale di Sicilia, le ha rilasciate nei giorni scorsi facendo riferimento anche alla necessità, tra il 1985 e l’86, di comprare un’auto blindata visto che la sua era stata data alle fiamme presumibilmente proprio dai boss.
“Non ho avuto incontri con nessuno per chiedere protezione: mi sono rivolto alle istituzioni… Tutto quello che si dice del sottoscritto non mi si addice”, sono le parole di Liga ai magistrati.
Fin qui i suoi trascorsi nell’ambito del sociale, della sua attività  professionale e dell’imprenditoria, per quanto riguarda le accuse che riguardano i suoi coinvolgimenti con Cosa nostra, il presunto mafioso ha chiesto altro tempo, una richiesta accordata dalla Procura.
Grazie alla sua deposizione, uno degli indagati nell’operazione Architetto, Amedeo Sorvillo, detto Nuccio, 57 anni, ottiene gli arresti domiciliari: lo ha deciso il gip di Palermo Silvana Saguto. Rimane in carcere invece Agostino Carollo, che si trova nella stessa posizione di Sorvillo. I due cedettero a Liga la società Euteco di Carini, ma entrambi rimasero formali intestatari delle quote.

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