“CENTO PASSI” PER DI PIETRO. GIOVANNI IMPASTATO SCRIVE A LEADER IDV

(ASCA) – Roma, 6 feb – “Cento passi” per “L’Alternativa per una nuova Italia”. E’ la canzone che ha introdotto il discorso del leader IdV, Antonio Di Pietro, al congresso di Roma. “Cento passi”, dei Modena city Ramblers, infatti, é una delle colonne sonore che stanno accompagnando i lavori della tre giorni romana di IdV. Il singolo, omonimo del film, ricorda la figura di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia nel 1978.

“Cento passi” in questa occasione politica “rappresentano una distanza da percorrere per l’Idv, che sta lavorando per il futuro di un’Italia migliore, ma sono anche la storia di un cammino già percorso, una storia -spiega una nota di IdV – fatta di legalità e onestà, nel segno di un dna che comprende la lotta alla mafia, un storia sulla base della quale il partito si è ritrovato e si sta confrontando al congresso romano”. Giovanni, fratello di Peppino Impastato, ha inviato ad Antonio Di Pietro una lettera per ringraziarlo della scelta e per esprimere solidarietà per la lotta a favore della legalità.

“Caro Antonio, ti chiamo per nome perchè ti sento Amico, oggi più che mai. La lotta contro il malaffare – scrive Giovanni Impastato – ti fa onore e pensare che ricorderai Peppino, in nome di tutte le vittime della mafia, m i commuove, mi inorgoglisce e da ancora più forza. La mafia non è un fenomeno circoscritto alla Sicilia, ma ha conquistato rischiosamente tutto il territorio nazionale, coniugandosi con ogni forma di speculazione, di corruzione, di collusione con le istituzioni e con il potere politico ed economico, accumulando grandi masse di capitale . Giudici, poliziotti, politici, militanti della sinistra, giornalisti, tutti ammazzati uno dopo l’altro in una mattanza che è durata molti anni, troppi, ed è culminata con la strategia dello stragismo. Oggi riprende la mattanza con altri modi, altri mezzi ma comunque spietata. Il sistema mafioso prolifera e i conflitti sociali non si sono mai assopiti: per far fronte alle degenerazioni della società, da cui scaturiscono le fortune politiche di personaggi come Berlusconi e di tanti altri, i movimenti continuano a mettere in pratica l’impegno dal basso ricoprendo un ruolo centrale nel mantenere viva l’autodeterminazione dei cittadini”.

“Se non riusciamo a costruire un progetto e a trasmettere un messaggio di fiducia e di speranza alle nuove generazioni, bombardate da una strategia della diseducazione che indica come esempi da seguire personaggi di successo cinici e sfrontati, politici e rappresentanti delle istituzioni spesso sotto processo o condannati per mafia, come Dell’Utri e Cuffaro, difficilmente -prosegue Giovanni Impastato- riusciremo a far crescere in loro una coscienza democratica e antimafiosa. Esistono percorsi ben piu’ sostenibili e compatibili con il benessere e il rispetto di tutti, che vengono però esclusi perchè non fanno gli interessi dei soliti noti. Siamo convinti che costruire un mondo senza mafia é possibile. Non solo, é necessario: un mondo senza questa “montagna di merda” che ci travolge. In una società competitiva come quella attuale, dobbiamo comprendere che solo il rispetto delle norme del nostro ordinamento giuridico può permettere la realizzazione di quelli che sono i principali valori della Costituzione: libertà,uguaglianza, giustizia, lavoro. L’opinione comune é cambiata anche grazie a persone come Peppino Impastato, mio fratello e molti, tanti, troppi… come lui, che non l’hanno accettata passivamente quasi come fosse normale, scontata e appartenente al nostro costume, ma, altresì, combattuta fino alla morte. Peppino, con il suo sacrificio, ci ha dato tanto. Non basta ricordarlo. Bisogna raccogliere quanto ci ha lasciato e continuare. Continuiamo”.

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