MAFIA. CIANCIMINO: LETTERA A BERLUSCONI PER AVERE TV

Esiste una seconda lettera con la quale si tentò di fare pressioni su Silvio Berlusconi perchè mettesse “a disposizione una delle sue reti televisive” e vi si aggiungeva una minaccia: “Se passa molto tempo ed ancora non sarò indiziato del reato di ingiuria, sarò costretto ad uscire dal mio riserbo che dura da anni…”. Il messaggio, inviato ad un destinatario non identificato dai giudici, che proverebbe come le pressioni siano proseguite dopo la prima missiva attribuita all’ambiente dei corleonesi e resa pubblica questa estate, è stato pubblicato oggi sul magazine “S”. Il documento, trovato nell’archivio di don Vito Ciancimino, è indirizzato per conoscenza al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e ribadisce la richiesta di cessione di una tv alludendo a un “evento” che si sarebbe potuto verificare “sia in sede giudiziaria che altrove”. E’ stata chiesta una perizia grafologica sul testo. Da una prima analisi la grafia utilizzata risulta compatibile con quella dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino: una differenza sostanziale con l’altra lettera, acquisita agli atti del processo d’appello contro Massimo Ciancimino, per la cui paternità sono stati esclusi sia don Vito che il figlio. A differenza del messaggio precedente, inoltre, quello attribuibile al sindaco del Sacco di Palermo riporta un’indicazione precisa sulla collocazione temporale: Berlusconi viene definito “presidente del Consiglio dei ministri”, una condizione nella quale – se si fa eccezione per gli ultimi mesi di vita di Vito Ciancimino – Berlusconi si trovò per 252 giorni, fra la primavera del 1994 e l’inverno successivo. Vito Ciancimino, dunque, si sarebbe posto come intermediario, ribadendo la minaccia che altri, e non lui, volevano far arrivare al premier, ma aggiungendone una nuova. Più velata, sottile, ma non meno pericolosa. Adesso toccherà ai magistrati analizzare il testo, cercando di capire chi sia il destinatario diretto del messaggio, che non compare nella fotocopia trovata fra i documenti dell’ex sindaco, e a cosa si riferisse la minaccia di “uscire dal riserbo”.

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