FORMAZIONE PROFESSIONALE. GLI ENTI DENUNCIANO: “NON SOLO SPRECHI”

Gli enti di formazione professionale non ci stanno e si ribellano ad un messaggio che li bolla esclusivamente improduttivi e mangiasoldi.
In una conferenza tenuta nella sala stampa dell’Anfe a Palermo, Forma Sicilia e Cenfop, le due associazioni che riuniscono tutte le sigle della formazione siciliana, rispondono alle facili accuse che alcune parti del mondo della politica hanno rivolto loro. “Noi – dicono Concetta Gangemi e Salvatore Miroddi presidenti di Forma e Cenfop – abbiamo sempre cercato di agganciare la formazione con l’occupazione. Non è però un’operazione semplice perché nemmeno le imprese hanno le idee chiare sul tipo di risorse umane sulle quali puntare”. I rappresentanti degli enti sostengono che l’assistenzialismo non è un patologia della quale è affetta solo la formazione ma un virus che contagia anche le imprese, le quali puntano prevalentemente ai sussidi.
La preoccupazione degli enti storici è che i fondi destinati alla legge 24/76 siano distratti o che vengano agganciati ai fondi europei. “Temiamo – continuano i presdienti di Forma e Cenfop – che la formazione possa esurirsi con il 2013, oltre il quale non si sa se la Sicilia continuerà a beneficiare dei fondi comunitari oppure no”: La procura della Corte dei Conti, nella sua relazione, ha denunciato lo spreco e l’improduttività del mondo della formazione. “La corte dei conti applica un giusto principio etico che non neghiamo – concludono la dott.ssa Gangemi e il dott. Miroddi – ma non è giusto fare di tutta l’erba un fascio e siamo per primi noi a sollecitare controlli verso gli enti che beneficiano dei fondi regionali ma non hanno alcun radicamento e nemmeno personale distinguendo questi ultimi dagli enti che hanno sempre investito nelle risorse umane”. I fondi della L.24/76 ammontano a coirca 149 Milioni di euro, in gran parte destinati al personale e alle strutture degli enti. Dall’assessorato regionale sono arrivate rassicurazioni che i fondi saranno riconfermati nel bilancio 2010 ma restano comunque le perplessità e le preoccupazioni per l’assenza di una chiara visione progettuale che investe il mondo, almeno quello rivendicato come produttivo, della formazione professionale.
Del resto, se gli sprechi ci sono questi non riguardano soltanto la formazione professionale e le proporzioni sono a suo vantaggio, basta pensare ai 150 milioni di euro del buco di bilancio del comune di Palermo o al dissesto dell’Amia o al bilancio Asp sanitaria che si aggira intorno ai 100 milione di euro, molto più della metà dei 149 destinati a tutta la formazione professionale della Sicilia.

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